Partinico, Comune dice no all’intitolazione della scuola a Peppino Impastato. I sindacati: “Pronti a scendere in piazza”

La giunta comunale ha rigettato la proposta del Consiglio d’istituto di cambiare nome al liceo che oggi ricorda l’ex senatore della Dc che aderì al manifesto sulla razza durante il fascismo.

Non ci sarà l’intitolazione del liceo di Partinico a Peppino Impastato. A distanza di quasi un anno dalle prime polemiche, la giunta del Comune siciliano ha rigettato la proposta che era stata avanzata dal Consiglio d’istituto. Così la scuola resterà intitolata a Santi Savarino, ex senatore della Dc che aderì al manifesto sulla razza durante il fascismo.

Una scelta che ovviamente ha scatenato un vespaio di polemiche, con i sindacati che hanno ribadito la volontà di voler scendere in piazza per manifestare contro la decisione del Comune. Stigmatizziamo la scelta anacronistica della Giunta di mantenere il nome dell’istituto a Santi Savarino, malgrado la scuola si fosse già espressa per una diversa intitolazione. Ribadiamo l’importanza di riconoscere il valore della decisione già presa dal Consiglio d’istituto e dall’intera comunità scolastica di intestare la scuola a Peppino Impastato e a Felicia Bartolotta – hanno detto il segretario generale Cgil Palermo, Mario Ridulfo, il segretario generale Flc Cgil Palermo, Fabio Cirino, e il segretario della Camera del Lavoro di Partinico, Tanino La Corte – Siamo a fianco della scuola e della loro volontà e non esiteremo a esprimere il nostro malcontento anche con una
manifestazione pubblica”.

L’intitolazione però, se la scuola confermerà la sua decisione, potrebbe comunque avere comunque una seconda chance. “Auspichiamo che il Consiglio d’istituto sia conseguente e dopo aver difeso la sua scelta già una volta, adesso la riconfermi – spiegano dal sindacato –  A una nuova decisione della scuola, Comune e Prefettura possono solo opporsi, secondo la legge, se ravvisano elementi di particolare gravità e di ordine pubblico. Peppino Impastato e Felicia Bartolotta fanno parte della memoria collettiva della lotta alla mafia, sono patrimonio etico comune di tutta la Sicilia, al di là di etichette politiche”.

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