“Mio figlio alla scuola privata, nella pubblica prof troppo assenti”: polemiche in Francia contro la ministra dell’Istruzione

La neo ministra Amélie Oudéa-Castéra avrebbe mentito sulle scuole frequentate dai tre suoi figli

Appena insediata alla guida del super ministero dell’Educazione nazionale, della Gioventù, dello Sport e delle Olimpiadi, è scoppiata la polemica su Ame’lie Oude’a-Caste’ra per aver criticato la scuola pubblica francese, facendo scattare una richiesta di dimissioni da parte dell’opposizione. Lo scivolone del neo ministro, ex campionessa di tennis, si è verificato durante il suo primo spostamento in una scuola media dell’hinterland parigino quando, in dichiarazioni ai media ha riferito della scelta di iscrivere i suoi tre figli in una scuola privata di élite nella capitale, la Stanislas.

I motivi della scelta della ministra

Una scelta, ha spiegato Ame’lie Oude’a-Caste’ra dettata dalle “tantissime ore di assenza dell’insegnante, mai recuperate nè sostituita”. Col marito, “per risolvere la questione, eravamo stufi, come centinaia di migliaia di famiglie abbiamo fatto la scelta di una soluzione diversa”, ha detto il neo ministro, classe 1978, entrato nel governo dopo il rimpasto, in sostituzione di Gabriel Attal, diventato primo ministro.

Le parole di Oude’a-Caste’ra hanno scatenato una vera e propria tempesta sia nel mondo della scuola pubblica, nei sindacati e nella classe politica, con una richiesta di dimissioni da parte dell’opposizione. All’unisono dirigenti sindacali del servizio scolastico e associazioni di genitori hanno accolto le sue osservazioni come “provocatorie”, “segno di disprezzo”, “sconcertanti”, a maggior ragione nel primo giorno del suo incarico. C’è chi invece si è espresso a favore della “libertà di scelta delle famiglie, siano esse figli di ministri o di panettieri”.

Le reazioni

L’Associazione dei genitori delle scuole libere (Apel) ha precisato che “l’istruzione privata contrattuale è associata, per questo stesso contratto, al servizio educativo pubblico. Non c’è bisogno di una guerra pubblico-privato: non c’è competizione tra progetti e c’è spazio per tutti”. Secondo Ghislaine David, segretaria generale di Snuipp-FSU, il sindacato leader nell’istruzione primaria, in fondo il ministro “ha detto ad alta voce quello che molti pensano in silenzio. E di ministri che hanno i figli nel privato ce ne sono stati e ce ne sono a tonnellate”.

Questa mattina, dopo un fine settimana segnato da una valanga di critiche, il ministro ha chiesto di “chiudere il capitolo degli attacchi personali e relativi alla vita privata”, ribadendo la propria scelta e la libertà di averla compiuta. L’ex insegnante di uno dei suoi figli ha replicato accusando l’esponente di governo di aver mentito sulla scolarizzazione del figlio che, secondo Libe’ration, ha cambiato scuola – passando da quella pubblica di Littre’ nel VI arrondissement a quella privata di Stanislas – non per un problema di assenza dell’insegnante ma perché la direzione “avrebbe rifiutato un suo passaggio anticipato nella sezione centrale, giudicando lo studente ancora troppo piccolo”. Una versione dei fatti categoricamente respinta dal ministro, che ha alimentato ulteriormente le polemiche nei suoi confronti.

I predecessori alla guida del dicastero dell’Istruzione

Il quotidiano Le Figaro ha sottolineato che i figli della maggior parte degli ex ministri dell’Educazione nazionale hanno tutti frequentato scuole private, tra cui quelli di Pap Ndiaye (2022-23), alcuni di quelli di Jean-Michel Blanquer (2018-2022), Luc Chatel (2009-2012), e cosi’ via. Lo stesso ex ministro Attal, per cinque mesi all’Educazione nazionale, ha frequentato una scuola privata e affrontò lui stesso l’argomento non appena si era insediato a Rue de Grenelle, sede del dicastero. “Sì, ho frequentato una scuola privata, non devo negare o scusarmi per questa scelta che fecero allora i miei genitori, come fanno milioni di genitori ogni anno”, aveva dichiarato Attal. Ora, da pochi giorni alla guida del governo, il neo premier 34enne ha cercato di chiarire la polemica ‘AOC’, lui che ha annunciato di voler portare a Matignon la “causa della scuola”, definita “la madre di tutte le battaglie”.

Denunciando “molta ipocrisia” sull’argomento, secondo il premier Ame’lie Oude’a-Caste’ra si fosse “espressa con trasparenza sulle scelte fatte nella sua famiglia e sulla sua vita”. Ma le spiegazioni di Attal non sono evidentemente bastate per spegnere l’incendio. La stampa d’Oltralpe valuta che dopo questi inizi difficili, il neo ministro avrà molto da fare per ritrovare un buon rapporto con la comunità educativa. Nel contempo sono immensi i progetti che si e’ impegnata a portare avanti: aumentare il livello degli studenti, ripristinare l’autorità a scuola, la lotta alle molestie, la riforma del concorso insegnanti e la sostituzione degli insegnanti assenti.

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