Scuola occupata: studenti puniti con lavori socialmente utili

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Scuola occupata: studenti condannati a lavori socialmente utili. Succede a Bologna, in due istituti superiori occupati dagli studenti nelle ultime settimane.

Al liceo Rosa Luxemburg i rappresentanti degli studenti, firmatari dell’autogestione, dovranno passare a scuola tre pomeriggi a scrivere un testo sulle loro responsabilità in caso di autogestioni od occupazioni. La colpa? Aver fatto entrare ragazzi esterni, quattro stranieri e studenti iscritti in altri istituti, durante un pomeriggio di autogestione due settimane fa.

Immediata la protesta degli interessati: “Ma non è successo nulla, nessun danno o altro, e noi come potevamo controllare tutto?” ha dichiarato uno dei rappresentanti. “Con buoni voti credo che non sarà un problema, ma rimane il fastidio di essere stato punito per una cosa che non sta né in cielo né in terra”, il commento di un altro ragazzo.

Altro caso, al Sabin dove le sanzioni sono fioccate per una quarantina di studenti che non hanno permesso l’ingresso al liceo nel giorno del corteo del 15 novembre. I ragazzi, questa volta, dovranno imbracciare secchi e pennelli per cancellare le scritte e riverniciare le aule, chi per un giorno, chi per una settimana.

“La volontà è sempre educativa – ha dichiarato la preside del Sabin, Alessandra Francucci – Linea dura? Non è un modo per punire le occupazioni, ma per riaffermare la correttezza delle relazioni. Tra l’altro è stato deciso di non contestare il reato di interruzione di pubblico servizio”.

Così da Bologna arriva un primo segnale: al termine delle occupazioni e delle autogestioni, all’ordine del giorno nelle settimane che precedono la sosta natalizia, molte scuole di tutta Italia potrebbero adottare simili provvedimenti per “punire” gli studenti più esagitati e i loro rappresentanti.

 

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