No al numero chiuso? Allora niente corso di laurea. Questa è la decisione del dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino che ha deciso di chiudere il corso di laurea triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche su cui il Tar del Lazio aveva emesso una sentenza che annullava l’istituzione di un test d’ingresso per iscriversi. Una scelta forte quella dei professori di Psicologia che si giustificano: “Non abbiamo abbastanza spazi e docenti per garantire la qualità del corso, quindi se non possiamo mettere il numero programmato meglio chiudere”. Un ragionamento che ha portato i responsabili del dipartimento a votare il provvedimento che negherà a settembre l’accesso al corso per gli oltre 2000 mila liceali che ogni anno provano la selezione.
Dall’Ateneo nessun commento ma le parole non servono. Questa mattina infatti il consiglio di amministrazione ha rettificato il provvedimento che ora passerà in Senato Accademico. Il rischio è di portare l’ateneo di Torino a un duro braccio di ferro con i giudici amministrativi. Il consiglio di oggi ha infatti votato anche di fare ricorso al Consiglio di Stato contro il Tar del Lazio.
La setenza
All’origine la decisione dei giudici amministrativi dopo il ricorso dell’Unione degli universitari sull’accesso a Psicologia. Il 6 giugno il Tar del Lazio ha dichiarato illegittimo il numero chiuso del corso di laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche dell’Università di Torino in quanto non vi erano i requisiti minimi per l’inserimento del numero programmato: il DM 987/2016, relativo ai requisiti di docenza, come nel caso di studi umanistici della Statale di Milano, veniva interpretato come strumento utile per attuare politiche restrittive sull’accesso all’università. “La decisione del Dipartimento di Psicologia è estremamente grave – dichiara Valeria Sartori, coordinatrice dell’UDU Torino – invece di trovare soluzioni per far fronte all’introduzione del numero aperto nel corso si decide di sopprimerlo”.
I finanziamenti
Gli studenti sono preoccupati e arrabbiati. Andrea Torni, Link Coordinamento Universitario, chiede un intervento del Governo: “Quello che sta accadendo nell’Ateneo di Torino è gravissimo – attacca il portavoce – È necessario che il Governo Conte, che nel contratto si è posto come obiettivo la revisione del numero chiuso nei diversi corsi di laurea, si adoperi immediatamente nello stanziamento di risorse e finanziamenti per garantire a tutte e tutti una didattica di qualità e una reale possibilità di accesso a livello universale ai gradi più alti della formazione”. Previsto per le 14 un presidio in Rettorato.
“Il Rettore Ajani si è espresso più volte a favore del superamento del numero programmato – afferma Sartori -Oltre alle soluzioni immediate, che vanno trovate, chiediamo che l’Ateneo si attivi nelle sedi dovute, in primis presso il Ministero, per chiedere, come l’UDU fa da anni, maggiori finanziamenti per l’università pubblica e il superamento del sistema di programmazione all’accesso”.
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