Milano, corteo di studenti contro maturità e alternanza: “La scuola non può uccidere”

Tanti i cartelli nel serpentone, uno su tutti: “La scuola non può uccidere”. Presenti 500 studenti che hanno sfilato verso il liceo Manzoni, passando dal Duomo dove hanno inscenato un flash mob componendo la scritta “Mobilitiamoci”.

Le manifestazioni studentesche contro maturità e alternanza sono partite questa mattina a Milano e altre città del centro-nord e proseguiranno per tutta la giornata. Atteso per le 16 un sit-in sotto al ministero dell’Istruzione. Gli studenti si sono ritrovati alle 9 in largo Cairoli per manifestare tutto il loro dissenso verso un’istituzione che ormai non sentono più loro. La mobilitazione è stata preceduta da giornate movimentate con una serie di occupazioni che si sono verificate, un giorno dopo l’altro, al Carducci, al Vittorio Veneto e, l’ultima in ordine di tempo, al Beccaria

“Oggi saremo marea contro la loro normalità”, hanno annunciato in mattinata dall’unione degli studenti di Milano, che ha organizzato il presidio. Alle 9 in punto i ragazzi si sono ritrovati in Cairoli con in testa lo striscione “La vostra normalità ci sta stretta, mobilitiamoci” e hanno poi già svelato un nuovo appuntamento, per venerdì prossimo, per un corteo nazionale. Tanti i cartelli nel serpentone, uno su tutti: “La scuola non può uccidere”. Presenti 500 studenti che hanno sfilato verso il liceo Manzoni, passando dal Duomo dove hanno inscenato un flash mob componendo la scritta “Mobilitiamoci”. I giovani sono stati sorvegliati a vista dalle forze dell’ordine e non si è registrato nessun momento di tensione.

I motivi della protesta

Ad innescare le manifestazioni di questi giorni sono stati, più di tutti, due eventi: la morte del 18enne Lorenzo Parelli, il giovane che ha perso la vita mentre lavorava in una fabbrica in provincia di Udine per l’alternanza scuola lavoro – che già aveva spinto gli studenti a scendere in piazza – e il ritorno della maturità al passato, dopo lo stop causa covid degli ultimi due anni. 

Da qui la scelta di occupare e di far sentire la propria voce in strada. “Da anni chiediamo un’inversione di rotta sulla scuola pubblica, rivoluzionando l’attuale modello. Dall’anno scorso abbiamo occupato, presidiato, messo in discussione le nostre scuole”, hanno spiegato dall’Uds. “Il 19 novembre ci siamo mobilitati in tutta Italia ottenendo – qui a Milano – un tavolo con città Metropolitana sull’edilizia scolastica in cui fin’ora le istituzioni non hanno avanzato proposte di finanziamento straordinarie. Oggi nel frattempo ci crollano tetti in testa per una folata di vento e i sistemi di riscaldamento ci lasciano al gelo: anni di definanziamenti e ritardi dei governi e delle istituzioni locali che non possiamo più tollerare”, hanno proseguito nel comunicato con cui hanno annunciato la protesta. 

“Il nostro sistema scolastico e le politiche del governo, poi, contribuiscono ad un malessere psicologico generale: potevano introdurre l’insufficiente bonus psicologico ma hanno avuto il coraggio di escludere pure questa misura. In tutta risposta il ministro Bianchi e l’intero governo decidono di ignorare la nostra voce. Anzi, con la scusa del ‘ritorno alla normalità’ propongono una forma di esame di Stato simile a quella pre covid, che già contestavamo”, hanno sottolineato da Uds. E ancora, sempre in riferimento all’esecutivo: “Non mette in discussione il sistema di alternanza scuola lavoro, fa passare il Pnrr come un piano salvifico mentre sappiamo che non solo stanzia pochi fondi senza confrontarsi con noi, ma – hanno concluso gli studenti – ripropone la stessa visione di scuola che non possiamo più tollerare”. 

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