Maturità, oltre le fake news cosa resta

Plutarco o Aristotele? Seneca o Catullo? Matematica o fisica? Sono solo alcuni degli interrogativi che dal 1923 – anno in cui il ministro Gentile inaugurò l’esame di maturità – gli studenti italiani sono abituati a porsi nei primi mesi del loro ultimo anno scolastico. Quest’anno sarà diverso per gli oltre 469mila studenti chiamati alla prova finale del proprio percorso scolastico. Sì perché la struttura dell’esame più atteso dai ragazzi cambierà e non di poco. Questo, però, non significa che la Maturità 2019 sarà più semplice delle altre, l’unica certezza è che ce ne sarà di meno. E tra le varie novità due svettano su tutte: l’addio alla “tesina” e il taglio della terza prova. Mentre il tema storico non sarà più una tipologia ma una delle tracce del tema di italiano.
L’elaborato, che fino allo scorso anno sarebbe dovuto essere consegnato prima del 19 giugno, sarà “sostituito” dal colloquio orale che “partirà da spunti diversi compresa anche l’alternanza scuola-lavoro”, ha affermato il ministro Bussetti. Alternanza scuola-lavoro, però, che non sarà più obbligatoria, né requisito per l’accesso all’esame (insieme all’Invalsi); sarà sufficiente aver frequentato i tre quarti del monte orario dell’anno, avere sei in tutte le materie inclusa la condotta. All’orale, poi, vi saranno anche alcune domande sull’argomento cittadinanza e Costituzione il cui insegnamento è stato reso obbligatorio dal Governo giallo-verde per decreto.
Con l’uscita di scena del famoso “quizzone” il Miur si è concentrato sulle prime due prove della Maturità. La prima prova scritta in programma il prossimo 19 giugno, servirà ad accertare la padronanza della lingua, le capacità espressive e critiche dei maturandi. Per l’elaborato vi sarà una possibilità di scelta tra sette tracce riferite a tre tipologie di prove in ambito artistico, letterario, filosofico, scientifico, storico, sociale, economico e tecnologico. Non cambia, invece, il tempo a disposizione con le canoniche sei ore per scegliere cosa fare, prendere appunti, scrivere in “brutta” e ricopiare il tutto.
La seconda prova scritta del 20 giugno potrà riguardare una o più discipline caratterizzanti gli indirizzi di studio, come previsto dalla nuova normativa. La scelta delle discipline su cui i maturandi dovranno mettersi alla prova avverrà a gennaio. Intanto i quadri pubblicati nei giorni scorsi consentono di avere uno schema chiaro di come sarà composto lo scritto, indirizzo per indirizzo, materia per materia. Ma non mancano le sorprese in corso d’opera: una delle critiche mosse da studenti ed insegnanti è il rischio di avere prove miste alla Maturità.
Per il classico la prova sarà articolata in due parti. Ci sarà una versione, un testo in prosa corredato da informazioni sintetiche sull’opera, preceduta e seguita da parti tradotte per consentire la contestualizzazione della parte estrapolata. Seguiranno tre quesiti relativi alla comprensione e interpretazione del brano e alla sua collocazione storico-culturale. Il Ministero, secondo quanto previsto dalla nuova normativa, potrà optare anche per una prova mista, con entrambe le discipline caratterizzanti, Latino e Greco.
Allo scientifico, invece, la struttura della prova prevede la soluzione di un problema a scelta del candidato tra due proposte e la risposta a quattro quesiti tra otto proposte. Anche in questo caso la prova potrà riguardare ambedue le discipline caratterizzanti: Matematica e Fisica. Ma anche qui la decisione di presentare due materie invece che una sarà presa a monte dai tecnici di Viale Trastevere. Mentre nei tecnici la struttura della prova prevede una prima parte uguale per tutti, seguita da una seconda parte con vari quesiti che il candidato sceglierà in base al numero di riferimento indicato nel testo. Anche qui, come per i licei, potranno essere coinvolte più discipline. Anche nei professionali la seconda prova si dividerà in una prima parte definita a livello nazionale e in una seconda predisposta dalla commissione in base all’offerta formativa dell’istituto.
 
Marco Vesperini

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