Maturità 2022, dubbi anche da presidi e sindacati: “Serviva più attenzione per i ragazzi. Via la seconda prova scritta”

Il nuovo esame di maturità, che prenderà il via il 22 giugno, non convince del tutto nemmeno i dirigenti scolastici e il mondo sindacale. “I prossimi maturandi sono quelli che hanno sofferto di più le difficoltà imposte dall’emergenza sanitaria”.

Non ci sono solo gli studenti a contestare il nuovo esame di maturità pensato dal Ministero dell’istruzione e che partirà il prossimo 22 giugno. Qualche perplessità arriva anche dai presidi, anche loro spiazzati da una decisione di ritorno alla “normalità” che potrebbe avere delle conseguenze forse inaspettate.  

“Gli studenti che affronteranno le prove di giugno sono quelli che più hanno sofferto l’emergenza: due anni e mezzo del loro percorso scolastico sono stati pesantemente inficiati dalla pandemia – ha detto il presidente dell’associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli – Anche la decisione di basare la seconda prova scritta su una sola materia tra quelle di indirizzo rappresenta un passo indietro, perché si perde quella interdisciplinarietà che rappresentava un salto di qualità nella rilevazione delle competenze degli studenti. Ci auguriamo che il ministro ci ripensi e tolga la seconda prova agli esami di maturità”.

Insomma, bene che ci sia la volontà di guardare avanti e superare dopo ormai due anni l’emergenza dettata dalla pandemia ma forse ci voleva un livello di attenzione in più per gli studenti che dal 2020 in avanti hanno dovuto fare i conti con una scuola totalmente diversa.

“L’impostazione della maturità 2022 è un buon compromesso tra l’esigenza di un esame serio e l’attenzione per le difficoltà registrate in questi due anni di ‘semi-scuola’ che hanno assestato un colpo grave alla preparazione dei nostri studenti” ha detto a La Stampa Mario Rusconi (numero uno dei presidi di Roma) mentre dal mondo sindacale arrivano inviti a una riflessione supplementare sulle fragilità, anche di tipo psicologico, che dovranno affrontare i maturandi.

“Non è tornata la normalità e non vorremmo che qualcuno dimentichi il disagio degli adolescenti e dei nostri studenti” ha detto Lena Gissi, segretaria della Cisl Scuola. “Bisogna valutare il grado di stress che la pandemia sta operando sui candidati, che hanno diritto di essere ascoltati e, più che altro, di sapere come prepararsi per affrontare l’esame” ha aggiunto Pino Turi della Uil Scuola.

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