Come ha scritto un ragazzo su un forum online, “sostenere l’esame orale è come corteggiare una bella ragazza”. Allora, forza, fate in modo che sia un colpo di fulmine! Mostratevi brillanti e persuasivi, ma soprattutto siate i primi a credere in voi stessi. Al di là della preparazione, infatti, contano il modo di porsi e una buona dose di fortuna…
Qualche consiglio per non sbagliare
Examen in latino significa “ago della bilancia” e rimanda all’azione di pesare qualcosa o qualcuno al fine di valutarlo. Un’immagine poco rassicurante per chi si appresta a sostenere un “colloquio” con mezza dozzina di professori. Qualche trucco per accrescere il proprio peso, tuttavia, esiste, l’importante è tenerlo a mente! Prima di tutto, smettete i panni dell’agnellino che entra nella tana dei lupi e affrontate il nemico a testa alta. Concretamente: guardate i prof negli occhi mentre parlate, sfoderate un bel sorriso in entrata, in uscita e in corso (laddove la situazione lo richieda), salutate i docenti con una stretta di mano vigorosa e, prendetevi il tempo necessario prima di rispondere alle domande. Continuate a parlare finché non sono i docenti a interrompervi, anche passando a un argomento poco inerente con il quesito posto. Naturalmente, però, non fate gli sbruffoni…sicurezza non significa arroganza o gusto per la sfida. Se a qualche domanda non siete in grado di rispondere, evitate improbabili scalate sugli specchi e ammettetelo senza agitarvi…l’umiltà viene sempre apprezzata.
Secondo, affilate la vostra arma vincente: la tesina. Ricordatevi che si tratta della vostra creatura, valorizzatela al massimo e usatela per dare il meglio di voi. Preparatevi quindi accuratamente sia nella ripetizione (sempre a voce alta!) sia nella previsione delle possibile domande che solleva.
E, infine, la forma…(importante quanto il peso…): sono vietate le gomme da masticare, i piercing troppo in vista, i pantaloni a vita scandalosamente bassa, le scollature eccessive, le gonne mini mini e i tacchi stile trampoli. Il vestito deve essere semplice, ma pulito e ben stirato, la pettinatura sulla stessa linea. L’abito, si sa, non fa il monaco, ma aiuta parecchio!
Tre quarti d’ora che volano
Il colloquio dura da trenta minuti a un’ora e si apre sempre con l’esposizione della tesina che può essere sostituita da una mappa concettuale e accompagnata da una presentazione multimediale. La fase successiva, generalmente, è la più temuta dagli studenti: la discussione si sposta sugli argomenti proposti dai professori sulle materie in programma, con il vincolo, naturalmente, di non sottoporre lo studente ad argomenti non affrontati durante l’anno. Infine, la correzione delle prove scritte: al maturando vengono mostrati eventuali errori e offerta la possibilità di replicare/correggere (senza che il voto cambi naturalmente). L’esame, spesso, si chiude con un momento più informale, in cui i docenti si informano sui progetti futuri dell’alunno. È bene arrivare preparati anche a questo: sappiate rispondere in modo chiaro anche se nella vostra testa regna ancora la confusione più assoluta.
Dal punto di vista dei prof
Chissà quante volte vi sarete sentiti dire: “non studiate a comparti stagni”, ossia trasformate i bagagli di informazioni che avete immagazzinato nel vostro cervello in un flusso scorrevole di dati e che interagiscono tra loro… trasformate le nozioni in cultura! Il colloquio orale, che verte su tutti i programmi dell’ultimo anno, è teso soprattutto a sondare questa capacità e la vostra abilità nell’adoperarla. Certo, alla base, ci devono essere alcune competenze e su di esse si soffermerà l’attenzione dei docenti. Innanzitutto, verrà giudicata la preparazione teorica dell’alunno; poi la sua padronanza della lingua, sia dal punto di vista grammaticale che da quello espositivo, ossia è altrettanto importante non sbagliare i congiuntivi e non impappinarsi. Dal momento che i professori potranno servirsi dei libri per chiedere di commentare o risolvere un testo scritto, è importante mantenere vigile la propria capacità applicativa: oltre a parlare potreste dover tradurre qualche riga o fare di conto! Infine, l’elemento personale: non siete filosofi, né esperti della materia (di nessuna!), ma se con moderazione riuscirete a mostrare ai professori di aver compiuto sulle nozioni studiate un percorso personale di meditazione, approfondimento e interpretazione personale, sicuramente verrà valutato in maniera positiva.
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