A poche settimane dal fatidico giorno d’inizio dell’esame, Il Corriere dell’Università e del Lavoro ha fotografato l’esercito dei maturandi: non sono entusiasti di iniziare un nuovo capitolo della loro vita e solo in pochi rinunceranno alla tentazione di copiare. Ma il vero spauracchio sarà l’orale e i commissari esterni.
Sono quasi 500 mila i ragazzi italiani che il 18 giugno inizieranno l’esame di Maturità, apice e epilogo di almeno 13 anni di carriera scolastica, e piattaforma di lancio per l’universo-adulti. Si tratta di un esercito composito che, da Aosta a Palermo, dalle file dei secchioni a quelle dei pluriripetenti, in queste ultime settimane prima della grande prova, coltiva paure e sogni molto diversi. Per tutti, però, è tempo di bilanci e previsioni, e Il Corriere dell’Università e del Lavoro ha tentato di fotografare questo stato d’animo collettivo attraverso un’indagine su un campione di 318 maturandi.
Il dato che stupisce maggiormente riguarda l’ondata nostalgica che sta travolgendo le aule dell’ultimo anno: meno del 20% degli studenti dichiara di provare entusiasmo all’idea di cominciare un nuovo capitolo della propria vita, mentre oltre la metà o si dispera all’idea di separarsi dai compagni e dalla scuola, o viene assalita dalla paura del futuro (“chi la lascia la strada vecchia per la nuova…”). Un quarto degli studenti, poi, confessa che i progetti per il domani non vanno per ora più in là dell’estate e aspetta con ansia solo il momento in cui si godrà le vacanze. Anche progettare un bel viaggio, infondo, può essere un modo per scacciare l’ansia e affrontare gli esami con la carica giusta.
Interessanti anche le valutazioni sulla qualità della propria preparazione. A dispetto delle continue accuse di inadeguatezza che da ogni parte vengono rivolte alla scuola italiana e del naturale senso di insicurezza che si prova alla vigilia dell’esame di Stato, solo il 13% degli studenti giudica le conoscenze acquisite in classe scarse o insufficienti. Il 38% di loro, infatti, promuove i propri professori con un bel “buono” e altrettanti, forse perché in dirittura d’arrivo, concedono alla classe docente la sufficienza (il sei politico). Quasi il 10%, infine, si ritiene pienamente soddisfatto del proprio sapere e si sbilancia assegnando alla scuola addirittura un “ottimo”.
Ma veniamo all’esame. Nessuna novità nel constatare che i secchioni sono sempre una piccola minoranza, con buona pace di insegnanti e commissari. Solo il 12% dei ragazzi, infatti, afferma che non tenterà di copiare, mentre gli altri sono quasi tutti d’accordo che qualche aiutino è doveroso cercarlo. Su quale debba essere, poi, sono equamente divisi tra la sbirciatina al compito del vicino, i mezzi tecnologici da utilizzare in bagno e la vecchia cartucciera. Primo classificato, tuttavia, tra gli ausili del copione, il vocabolario “ritoccato” dal proprietario, scelto da oltre un quarto degli studenti.
Pochi, inoltre, coloro che si preoccupano di prendere un voto basso (appena il 20%), in base alla filosofia “va bene tutto purché l’incubo finisca…”. Riguardo al timore suscitato dalle diverse prove, l’esercito dei maturandi si mostra abbastanza compatto: è l’orale la vera cartina di tornasole dell’esame, e oltre un terzo degli intervistati ammette che è terrorizzato all’idea di trovarsi faccia a faccia con i commissari esterni, affiancati dal plotone dei propri prof.
Forse per questo oltre il 21% degli studenti ritiene che la tesina, da cui obbligatoriamente l’orale deve prendere il via, sia fondamentale e ci ha lavorato intensamente per settimane. Quasi altrettanti, comunque, sanno che i commissari spesso non hanno il tempo di leggere le tesine e si limitano a sfogliarle. Sono i fantasiosi che puntano sull’impatto visivo dei loro lavori, arricchiti con grafici, immagini e tabelle colorate. Si rallegrino i professori: diversamente da quanto si crede, solo il 13% degli alunni copiano la tesina da internet…(o, almeno, tanti sono quelli ammettono di farlo).
Infine la fatidica “notte prima degli esami”. Per il 36% dei maturandi (somma del 16% che afferma che studierà fino a tardi e del 20% che invece dichiara che resterà incollato al computer) sarà “notte di lacrime e preghiere”, trascorsa sui libri o su Internet alla ricerca di fughe di “notizie ministeriali”. Il 23%, invece, intende condividere le ultime ore prima della grande prova in compagnia dei propri amici (magari al telefono), per un’ultima “notte – cantava Venditti – ancora nostra”. Meno di un terzo prevede di andare a letto presto: tutti gli altri non vogliono perdersi neanche un minuto di questo passaggio epocale della loro vita.
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