Ma è solo un euro!

“Giocare è una cosa seria” è il progetto nell’ambito dell’Ifc-Cnr di Pisa per l’anno 2009 sulla diffusione del “gioco d’azzardo” tra i giovani

“Giuro che è l’ultima volta! Ma non lo faccio mai, è capitato!”. Eppure il gioco ossessivo a lotterie varie e gratta e vinci (anzi, gratta e perdi) aumenta sempre più freneticamente e purtroppo del 13% ogni anno tra i giovanissimi: studenti di scuole superiori e università.
Campania, Basilicata e Puglia detengono il triste primato italiano come si evince dai dati pubblicati dall’Ifc-Cnr di Pisa per l’anno 2009 nell’ambito nel progetto “Il gioco è una cosa seria”. “Dal 2008 al 2009 la percentuale di studenti tra i 15 e i 19 anni che dichiarano di aver giocato in denaro almeno una volta negli ultimi dodici mesi è aumentata dal 40% al 47%” ha spiegato Sabrina Molinaro ricercatrice Ifc-Cnr e responsabile Espad (European school project on alcohol and other drugs) per l’Italia. Dati davvero sconfortanti soprattutto se pensiamo che non sono i maschietti a fare gli “azzardoni” ma le ragazze che dal 29% sono passate al 36% nel giro di un anno e 550.000 mila sono i minorenni nonostante il divieto previsto dalla legge.
Tentare la fortuna, o la sfortuna? A questo punto la domanda è ovvia. Purtroppo il gioco pur essendo un vizio come tanti porta a una catena di conseguenze sempre più devastanti: si gioca, si perde, si cercano altri soldi e se per caso si vince una sola volta si entra nella convinzione che giocare ancora porterà altri soldi finendo poi col perdere tutto.
E’ pur vero che ai primi posti troviamo regioni del sud-Italia e quindi sicuramente più disagiate rispetto alle altre. I giovani devono poter credere in possibilità diverse: avere una vita agiata è possibile anche al sud e non grazie ad un gratta e vinci. Come intervenire a difesa di questa fascia della società ancora così facilmente plagiabile? Come far comprendere ai giovani studenti che tentare la fortuna non è un modo sicuro per far soldi?

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