Test di dialetto, la Lega ci ripensa

professore.gifLa Lega fa un passo indietro e puntualizza. Niente test per gli insegnanti sulla cultura, le tradizioni e il dialetto delle regioni in cui intendono insegnare. L’idea da portare avanti, invece, è quella di predisporre “piani di studio personalizzati, singolarmente o in forma associata, provvedendo all’integrazione dei testi scolastici con specifiche unità didattiche dedicate allo studio della lingua o del dialetto di ciascun territorio”. Ad affermarlo è il presidente dei deputati della Lega, Roberto Cota, confutando la notizia di test di dialetto rivolto agli insegnanti.
“Il presunto esame di dialetto – sostiene Cota – è una bufala”. “Solo test preselettivi propedeutici rispetto al superamento dei concorsi pubblici. Quella che bisogna eliminare è la sperequazione che si crea dando esclusivo peso alla valutazione dei titoli scolastici, perché come sappiamo ci sono università più generose e università più ‘rigorose”.
Dopo la richiesta del Carroccio – presentata in commissione Cultura della Camera durante la riunione del comitato ristretto – di rafforzare la conoscenza regionale dei professori, si è aperto un confronto aspro nel centrodestra, al quale ha fatto seguito una scia di proteste da parte dell’opposizione.
“Si attesti la tutela e la valorizzazione del territorio da parte dell’insegnante”, ha dichiarato ieri la deputata della Lega Paola Goisis, autrice della proposta del test ai professor. La Goisis ha inoltre parlato di un albo regionale al quale “potranno iscriversi tutti i professori che vogliono. Ma prima dovrà essere fatta una pre-selezione che attesti la tutela e la valorizzazione del territorio da parte dell’insegnante”.

Manuel Massimo

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