Lavoro e fuga dei talenti: per il 65% delle aziende italiane è prioritario il cambiamento culturale e organizzativo

Presentati a HR Business Summit i risultati della quarta edizione della survey fra i manager e specialisti del personale di grandi aziende italiane. Il confronto con i dati 2020 mostra che molto è cambiato: digitalizzazione e smartworking sono considerati aspetti ormai consolidati e l’attenzione ora è tutta sulle strategie di employer branding e sullo sviluppo di nuovi modelli di leadership per gestire le persone al lavoro in presenza e a distanza.

Fuga dei talenti

Il lavoro che faccio non mi fa stare bene? Allora lo cambio, con molte meno remore di un tempo. La tendenza si è accentuata dopo la pandemia. Negli Stati Uniti sono circa 23 milioni i dipendenti che hanno lasciato volontariamente la propria azienda tra aprile e settembre 2021.

Il fenomeno è molto diffuso anche da noi. È quanto emerge dalla ricerca The Future of Work 2021, quarta edizione dell’analisi sul futuro del mondo del lavoro realizzata come ogni anno da Osservatorio Imprese Lavoro Inaz e Business International.

«Il vento è cambiato – commenta Linda Gilli, Cavaliere del Lavoro, presidente e AD di Inaz – Adesso, sulla scia dei segnali di ripresa dalla pandemia, i lavoratori sentono la necessità di modelli organizzativi e culturali diversi da quelli del passato e, se non li ritrovano nella loro azienda, fuggono».

The Future of Work 2021

La survey The Future of Work 2021 è stata presentata il 1° dicembre nel corso di HR Business Summit e ha interrogato le direzioni del personale di 100 grandi aziende italiane.

Lo smartworking, che nel 2020 questo tema era al primo posto, catalizzando l’attenzione del 60% degli HR manager, oggi scende al terzo, con il 48% delle preferenze. Questo perché le aziende hanno ormai adottato, regolato e imparato a gestire il lavoro agile.

Dal documento The Future of Work 2021 emerge che le due aree che destano maggiore preoccupazione sono il senso di appartenenza dei collaboratoril’evoluzione della leadership. Inoltre spiccano anche la gestione dei team basata sulla fiducia, l’assegnazione e il monitoraggio degli obiettivi.

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Un cambio di mentalità anche in italia

A interpretare questi risultati e a collegarli con i mutamenti sociali in atto è Fabrizio Lepri, Docente di Ingegneria gestionale presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza, che anche quest’anno ha curato il commento della ricerca di The Future of Work 2021.

«Passato il primo shock dovuto alla pandemia, oggi ci si rende conto che, se per le competenze tecnologiche ci si è riusciti ad attrezzare anche in tempi relativamente brevi, sul piano della cultura aziendale, dell’ascolto dei dipendenti, della valorizzazione delle competenze e del cambio di mentalità richiesto alla leadership c’è ancora del lavoro da fare».

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