Benito Mussolini Mussolini e sua sorella “Benita” si iscriveranno il prossimo anno al primo superiore dell’Istituto “Sacra Famiglia” di Seriate, nel bergamasco. Più di un docente deve aver pensato a uno scherzo di cattivo gusto quando si è trovato davanti l’insolita indicazione. I due nomi, infatti, comparivano nel facsimile delle procedure di iscrizione online ai centri professionali (una sorta di vademecum) fornito dalla Regione Lombardia a docenti e personale.
Il nome del Duce e della sua ipotetica sorellina al posto dei più tradizionali, e neutri, Mario Rossi e Maria Bianchi. Il documento in pdf serviva da vera e proprio libretto delle istruzioni per docenti e personale amministrativo delle scuole alle prese, quest’anno, con l’innovazione delle iscrizioni online. Scorrendo il file, giunti alla sezione in cui indicare i dati anagrafici dello studente, apparivano gli insoliti esempi di Benito Mussolini, con annesso codice fiscale (MSSBNT90A01L400B) e Benita Mussolini (MSSBNT90A01L400F), nati in Italia il primo gennaio 1990. Per quanto il documento fosse riservato ai soli operatori scolastici, la notizia è giunta fino ad un giornalista del Corriere della Sera, che l’ha subito riportata e segnalata a Valentina Aprea, Assessore Regionale all’Istruzione.
“Sebbene si tratti di un manuale tecnico non accessibile al pubblico, ma all’interno di un’area riservata del sito rivolta esclusivamente agli operatori accreditati, considero gravissimo e inammissibile questo incidente – ha dichiarato l’assessore – e non solo di pessimo gusto come dice il giornalista del Corriere. Ringrazio per la segnalazione fatta – conclude – e mi scuso a nome di Regione Lombardia per questa incresciosa vicenda, i cui seguiti saranno gestiti con molto rigore”.
Il facsimile, infatti è stato subito rimosso e l’assessore Aprea ha immediatamente disposto un’indagine interna per verificare le responsabilità di chi ha inserito i due discussi nomi e anche di chi ha approvato l’intero documento.
Proprio oggi, inoltre, Il Fatto Quotidiano riportava la denuncia di una madre scandalizzata perché alla scuola della figlia veniva insegnata durante l’ora di musica la melodia di “Faccetta Nera”, la tristemente celebre canzone del periodo fascista.