La Regione Piemonte costretta a restituire due milioni di euro agli studenti: “Una grandissima vittoria”

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Un momento storico. E’ stato definito così dai ragazzi dell’UDU la decisione della restituzione da parte della Regione Piemonte di 2 milioni di euro indebitamente sottratti agli studenti. 

 

“E’ una grande vittoria che, finalmente, a seguito della sentenza 310/2013 del TAR, l’ente per il diritto allo studio del Piemonte, a fronte della restituzione da parte della Regione di 1 917 815,00 euro indebitamente sottratti agli studenti, stia erogando le borse di studio che nel 2011 non erano state garantite agli studenti che ne avrebbero dovuto beneficiare” – scrivono al Corriere dell’Università i rappresentanti dell’UDU. Il 7 marzo 2014, infatti, verranno pubblicate le graduatorie relative agli studenti risultati idonei che non hanno potuto usufruire della borsa di studio loro dovuta a causa dei fondi sottratti illegittimamente dal fondo per il diritto allo studio. Si tratta di fondi tra l’altro versati dagli stessi studenti tramite la tassa regionale per il diritto allo studio: la regione a governo Cota aveva utilizzato i soldi degli studenti per poter azzerare i fondi per le borse di studio e pagare gli stipendi e la gestione dell’ente”.

“E’ una grande vittoria che gli studenti possano riappropriarsi di ciò che era loro dovuto e che gli era stato ingiustamente sottratto dalla Regione Piemonte: il diritto allo studio è stato garantito e gli studenti tutelati – commenta Gianluca Scuccimarra, Coordinatore dell’Unione degli universitari. Nonostante ciò non è possibile che sia una sentenza a dover tutelare un diritto umano costituzionalmente garantito quale è il diritto allo studio: dal 2011 ad oggi gli studenti che dovevano beneficiare della borsa e che ne potranno usufruire grazie alla sentenza del TAR hanno vissuto il pericolo di non poter continuare a studiare perché la Regione Piemonte aveva utilizzato dei fondi finalizzati esclusivamente alle borse di studio, destinandoli ad altri scopi”.

“E’ vergognoso che in un Paese che vuole definirsi democratico le Regioni derubino gli studenti e il diritto allo studio non venga garantito: questo è il risultati di anni di tagli all’istruzione e al diritto allo studio – continuano gli studenti. Con l’attuazione di questa sentenza ad oggi gli studenti che vedranno aumentati il gettito per le borse di studio in virtù di un vincolo di spesa specifico per le borse e non per altre finalità ambigue, potranno ricorrere in difesa dei loro diritti”.

“Siamo preoccupati, in quanto il caso emblematico del Piemonte non è l’unico. In altre regioni a fronte di un aumento della tassa regionale per il diritto allo studio non si verifica un aumento dei fondi stanziati per le borse. Così anche in Campania gli studenti stanno venendo di fatto derubati. Siamo stufi che la mancanza di investimento nell’istruzione pesi sempre e comunque sulle nell’istruzione pesi sempre e comunque sulle spalle di noi studenti che invece dovremmo essere i soggetti tutelati. Continueremo a monitorare e ricorrere tutte le volte che ci troveremo davanti una situazioni di illegalità come queste. Siamo convinti – conclude Scuccimarra – che o si riparte sin da ora investendo in istruzione e diritto allo studio o situazioni vergognose come il caso Piemonte che contrasteremo con ogni mezzo saranno sempre più frequenti!”.

A Roma, invece, sono 23 i milioni di euro che la Corte d’Appello di Roma ha imposto di versare all’Università La Sapienza, quella di Tor Vergata e al Miur come risarcimento a 306 giovani medici specializzandi. La causa collettiva era stata intentata per il mancato adeguamento delle borse di studio a contratti di formazione.

 

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