Invalsi 2022, un maturando su due non conosce a sufficienza l’italiano

I risultati della primaria sono rimasti invariati rispetto gli anni precedenti, più difficoltà sono registrate alle medie e superiori. Rimane il divario tra Nord e Sud.

Non scivolano ancora più in giù i livelli di competenze raggiunti in Italiano, Matematica e Inglese rispetto all’Invalsi 2021. Ma nemmeno si risale la china per raggiungere le percentuali del 2019. La strada del recupero rispetto alla comprensione di un testo o di un problema è ancora lunga. Le prove hanno coinvolto 2 milioni e 418mila studenti: oltre 920mila alunni della primaria, 545mila allievi delle medie e 953mila ragazzi delle superiori. La fotografia degli Invalsi 2022, i test tanto attesi ed egualmente contestati nel mondo della scuola, che certificano lo stato di salute dell’istruzione in Italia, si ferma a questo scatto. “Il brusco arresto imposto dalla pandemia e questi esiti impongono una particolare attenzione per far riprendere respiro al sistema scolastico italiano – osserva il presidente dell’Invalsi, Roberto Ricci – ma la direzione intrapresa pare essere quella giusta”.

Quello che era atteso è il gap ancora persistente rispetto a livelli che ci avvicinerebbero di più all’Europa. E rimangono i divari ormai cronici e per certi versi disperanti tra Nord e Sud, tra studenti che provengono da famiglie con almeno un laureato in casa e chi invece ha genitori con la terza media. E ancora: la scuola non riesce a ridurre le difficoltà di chi cresce in contesti socio-economici di disagio. Infine, viene rilevata la differenza di preparazione, soprattutto in Matematica, tra studenti di una stessa scuola e addirittura di classi diverse all’interno dell’istituto.

Primaria test Invalsi

Migliora, dice Invalsi, la “dispersione implicita” e cioè quei ragazzi che arrivano al diploma senza però avere le competenze attese dopo 13 anni di scuola: cala, anche se lentamente, in tutte le regioni dal 9,8% nel 2021 al 9,7% del 2022. Difficile interpretarlo come un segnale di una decisa inversione di rotta. Ma almeno è uno spiraglio che si apre in positivo soprattutto per un calo maggiore in regioni come la Puglia (-4,3 punti) e la Calabria (-3,8 punti).

I risultati della scuola primaria sono rimasti sostanzialmente invariati rispetto al 2019 e al 2021, anche se con alcune flessioni in determinati territori e con taluni segnali di preoccupazione, con specifico riguardo alla Matematica. In Italiano circa 3 alunni su 4 (72%) raggiungono almeno un livello base. Sopra la media nazionale si posizionano Valle d’Aosta, Umbria, lazio e Molise; la Sicilia al contrario arranca. Più nello specifico delle classi, alta è la percentuale di alunni di seconda che non raggiungono un livello medio di competenze in Piemonte e Sicilia. In Matematica il 70% raggiunge almeno il livello base: accelle il Molise, soto la media è la provincia di Bolzano. Fanalino di coda in matematica per le quinte sono la Calabria e la Basilicata. Si osserva un miglioramento negli esiti delle prove d’Inglese (il 94%, +2 punti rispetto al 2018, raggiunge il livello A1) soprattutto nella comprensione dell’ascolto (listening), confermandosi la tendenza positiva già riscontrata nel 2021.

Invalsi: Scuola media

Si è fermato il calo riscontrato tra il 2019 e il 2021 in Italiano: il 61% degli studenti raggiunge un livello adeguato di conoscenze contro il 62% nel 2021 e il 65% nel 2019. Così in Matematica: il 56%, come nel 2021, si attesta su una preparazione adeguata (era il 60% nel 2019). Migliora leggermente l’Inglese (il 72% raggiunge il livello A2 nel reading contro il 77% nel 2019; nel listening è il 65%, più 8 punti rispetto al 2018, + 3 punti rispetto al 2019). I idvari territoriali non migliorano e rimangono molto ampi. In alcune regioni come Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna uno studente si due ottiene risultati molto bassi, insufficienti, in Italiano; percentuale che sale al 55-60% per la Matematica e scende al 35-40% per l’Inglese (reading). Emergono forti evidenze di disuguaglianza educativa al Sud: le scuole riescono a fatica ad attenuare l’effetto delle differenze socio culturali del contesto famigliare e le disparità ci sono sia tra scuole che tra classi.

Scuole superiori

Come arrivano gli studenti alla Maturità? Il 52% con almeno le competenze attese nei programmi nazionali in Italiano, percentuale analoga del 2018, ma inferiore al 2019 (64%). In Matematica si scende al 50% nel 2022: era il 50% nel 2018 e il 61% nel 2019. Va meglio l’Inglese: nel reading il 52% raggiunge il livello B2 (era il 50% nel 2021 e il 55% nel 2019); nel listening la percentuale di chi arriva al livello B2 scende al 38% (era il 35% nel 2019 e il 37% nel 2021).

Si ferma il calo degli studenti eccellenti, ma ci sono oltre 15 punti di distacco tra le regioni del Nord e alcune regioni del Sud. Gli allievi che non raggiungono il livello base in Italiano superano la soglia del 60% in Campania, Calabria e Sicilia. In Matematica chi rimane insufficiente alla fine delle superiori arriva al 70% in Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Presidi: “Divari territoriali insostenibili”

Antonello Giannelli, Presidente ANP commenta: “La pubblicazione delle prove Invalsi impone una riflessione molto seria sulla necessità di riformare la scuola. Se da una parte alcuni dati ci lasciano qualche margine di positività – vale a dire l’arrestarsi del crollo delle percentuali di apprendimento registrato lo scorso anno scolastico – è pur vero che ci sono tanti, troppi segnali rivelatori di un malessere che non può lasciare indifferente il Paese”. 

Continua Giannelli: “Se, dunque, possono accogliersi con favore la tenuta complessiva della scuola primaria, i buoni risultati di alcune regioni e il recupero significativo di altre su alcune delle aree disciplinari indagate, è ben diverso l’atteggiamento da tenere a fronte della drammatica fotografia restituita dagli esiti 2022. Infatti, nonostante il generalizzato rientro in presenza che, pure, ha contribuito a qualche lieve miglioramento, esplodono in tutta la loro virulenza i mali noti della scuola. Divari territoriali che stanno diventando insostenibili, una dispersione implicita che sembra annullare l’operato della scuola e, più in generale, una dispersione scolastica sempre meno arginata, alunni provenienti da contesti socio-economici svantaggiati che rivelano maggiori fragilità, sempre più difficoltà al meridione nel garantire condizioni di equità”.  

Conclude il Presidente ANP: “Lo affermiamo da tempo: occorre puntare su una scuola che riveda profondamente i suoi paradigmi metodologici e valutativi. Solo ragionando in chiave formativa e dando piena attuazione a quella personalizzazione dei percorsi – ordinamentalmente prevista – indispensabile a garantire il successo formativo di ogni studente si potrà determinare un cambio di passo. Non a caso occorre prendere spunto dalla scuola primaria che tiene meglio della secondaria e che è stata interessata da una riforma nella valutazione di grande respiro ed efficace. Gli alunni vanno accompagnati, motivati e supportati con strumenti innovativi e rispondenti alle esigenze di un Paese che cambia”.  

Leggi anche:

Total
17
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Napoli, nasce la Scuola dei Maestri di Strada

Next Article

Ucraina, il giovane che vuole studiare in Italia: "Non voglio essere obbligato a combattere"

Related Posts
Leggi di più

Via libera del Senato al ddl Valditara sul voto in condotta

Fortemente voluto dal ministro dell'Istruzione, il ddl prevede diverse novità relative al comportamento degli studenti: bocciatura con il 5 in condotta, 'esamino' con il 6 e sanzioni in caso di violenze. Il provvedimento passerà adesso alla Camera