Politecnico di Milano, Università dell’Insubria e Statale di Milano: sono queste i tre atenei più cari d’Italia secondo una ricerca condotta dall’Unione degli Universitari e presentata ieri sulla base dell’analisi dei bilanci delle università pubbliche italiane.
Il rapporto del sindacato studentesco denuncia l’insostenibilità economica dello studio universitario proprio in una regione come la Lombardia dove il costo della vita è già molto alto: tra gli 11mila e i 15mila euro l’anno è quanto costa studiare lontano da casa.
L’Udu e la Cgil denunciano quindi da un lato il sottofinanziamento del sistema universitario, dall’altro la tassazione eccessiva e la dipendenza degli atenei da queste entrate. La ricerca, infatti, avrebbe appurato che tutte le università lombarde non rispettano la normativa nazionale secondo cui l’importo totale dei contributi studenteschi non può superare il 20% delle risorse ricevute dallo Stato: anzi, chiederebbero 78 milioni di euro in più rispetto ai limiti stabiliti per legge.
L’Università che sfora di più è Insubria, con l’81% in più di tasse richieste agli studenti. In generale, il calcolo, fatto in termini comparativi su base nazionale, stima che il gettito medio per studente in Lombardia è di 1.259 euro all’anno (la media nazionale si assesta tra i 1.000 e i 1.500) con l’unica eccezione dell’università di Bergamo (sotto gli 800 euro). Anche Brescia e Bicocca un pochino meglio, mentre le peggiori restano Polimi, Insubria e Unimi.
Secondo l’indagine Udu-Cgil ci sarebbero anche enormi differenti nel pagamento delle rette per chi è fuori corso o “non meritevole” rispetto agli altri studenti: se una matricola di fascia bassa può arrivare a pagare 1.000 euro all’anno, in fascia media si arriva alla cifra annuale di 1.500/2.000 euro, mentre uno studente di fascia alta può avvicinarsi addirittura ai 6.000 euro di contributo annuale. Un altro elemento di preoccupazione emerge sui master che, in media, costano allo studente ben 2.062 euro all’anno.
“In Lombardia abbiamo un serio problema di accesso alla conoscenza a causa dei costi eccessivi che dobbiamo sostenere – ha dichiarato Simone Agutoli, segretario di Udu Pavia – e sicuramente le tasse studentesche più alte d’Italia non aiutano. Quello che proponiamo è di iniziare ad alzare la no tax area almeno a 30mila, cosa che aiuterebbe moltissime famiglie di fascia media”.
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