In Italia una scuola su tre è ancora senza banda ultra larga

L’Atlante Infanzia 2023 di Save The Children “Tempi digitali” indica come l’Italia sia quartultima come competenze digitali tra i più giovani

In Italia il 78,3% di bambini tra gli 11 e i 13 anni utilizza internet tutti i giorni e lo fa soprattutto attraverso lo smartphone. Si abbassa sempre di più l’età in cui si utilizza lo smartphone e il 43% dei bambini tra 6 e 10 anni nel sud e nelle isole lo usa tutti i giorni. Nonostante questo utilizzo, nella mappa europea sulle competenze digitali dei 16-19enni, l’Italia si posiziona quart’ultima: la quota di giovanissimi con scarse o nessuna competenza è del 42%, contro una media europea del 31%.

La transizione digitale nella scuola italiana sta accelerando, ma i divari sono ancora ampi come, ad esempio, le forti disuguaglianze per la dotazione di strumenti di didattica innovativa e per la formazione di docenti con lo scopo di ridurre la povertà educativa digitale.  Questa è la fotografia riportata dalla XIV edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia di Save the Children, dal titolo “Tempi digitali”. In vista della Giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenzache si celebra lunedì 20 novembre, vogliamo fotografare il bisogno di protezione per i più giovani mentre affrontano le “opportunità rischiose” della rivoluzione digitale in un’Italia che sconta ancora ritardi e carenze sulla strada per la transizione digitale. 

Giovanissimi sempre più online che guardano soprattutto video

La giornata dei ragazzi ruota, in gran parte, attorno all’universo digitale ed è anche attraverso la vita online che si modella la loro identità, amicizie comprese. E cresce anche il loro tempo trascorso online: a inizio 2023 quasi la metà dei 3.400 adolescenti, 11-19enni intervistati in occasione del Safer Internet Day, ha dichiarato di passare oltre 5 ore al giorno online, quando nel 2020 era il 30%, e il 37% dei giovani controlla lo smartphone più di 10 volte al giorno.

Ragazze e ragazzi sfruttano la connessione per molteplici attività, a partire dalla messaggeria istantanea, utilizzata dal 93% dei 14-17enni. Tra le altre attività online preferite dagli adolescenti ci sono: guardare i video (84%, in crescita), frequentare i social media (79%), con Facebook in drastico declino mentre avanzano Instagram, TikTok e Snapchat e l’uso dei videogiochi (72,4%). Se le ragazze frequentano con più costanza e intensità i social media (84% contro il 74% dei maschi), il gaming impegna di più i ragazzi (81% contro il 64% delle ragazze) anche se le videogiocatrici sono in crescita. 

    I giovani utilizzano la connessione anche per informarsi: il 28,5% degli 11-17enni legge riviste e giornali online, percentuale che sale al 37% nella fascia 14-17 anni, e sfrutta i social media come canali di informazione, anche se non sempre dichiara di sapersi difendersi dalle insidie delle fake news. Ed è proprio la disinformazione o la cattiva informazione il timore principale per il 49% di adolescenti e pre-adolescenti in Italia che hanno partecipato a un sondaggio di Microsoft sulla percezione della sicurezza online. I social media sono anche utilizzati per fare attivismo: il 14% degli 11-13enni e il 29% dei 14-17enni sono soliti esprimere opinioni su temi sociali o politici su web, con una differenza di genere nella fascia dei più grandi: il 27,5% dei maschi e il 30,6% delle femmine.

    Aumenta il cyberbullismo

    Tra gli 11 e i 13 anni sono in aumento gli atti di cyberbullismo. Le ragazze sono più frequentemente vittime di atti di cyberbullismo, ma esiste anche una quota di “bulle” che colpiscono le compagne per isolarle e deriderle soprattutto negli anni della preadolescenza. Spesso la scuola si trova impreparata a intercettare i fenomeni di bullismo e cyberbullismo ed è scarsa anche la conoscenza sugli strumenti di prevenzione di cui le scuole già dispongono: nelle scuole secondarie di secondo grado che hanno partecipato al monitoraggio sulla piattaforma istituzionale ELISA, i docenti stimano che la percentuale di studenti e studentesse coinvolti nei fenomeni di bullismo e cyberbullismo sia poco meno del 6%, un dato lontano dalla percentuale di coinvolgimento nei fenomeni dichiarata dai ragazzi. Inoltre, solo il 18% degli studenti e delle studentesse ha dichiarato di sapere chi sia il docente referente per il contrasto al bullismo e al cyberbullismo nella propria scuola e il 51% ha dichiarato di non aver mai sentito parlare di questa figura. 

    Nel processo di alfabetizzazione digitale, la scuola svolge un ruolo fondamentale nell’insegnare a utilizzare i linguaggi e gli strumenti in modo adeguato e sicuro, a partire dalla formazione degli insegnanti. Tuttavia, dall’analisi dell’Atlante dell’Infanzia 2023, emerge che circa il 30% delle scuole non è raggiunta dalla banda ultra-larga, con percentuali molto più elevate nelle aree interne, e vi sono ancora forti disuguaglianze nella dotazione di strumenti per la didattica innovativa e nella formazione docenti per ridurre la povertà educativa digitale.

    “Tra opportunità e rischi, questo Atlante dell’Infanzia vuole essere una fotografia delle luci e delle ombre che le nostre ragazze e i nostri ragazzi stanno affrontando nel percorso lungo le autostrade digitali. C’è chi è stato messo nelle condizioni di percorrerle in fretta e di evitare gli ostacoli, chi con quegli ostacoli si è scontrato e chi, invece, quelle autostrade le vede solo da lontano. [..] È fondamentale ridurre le diseguaglianze e agire affinché i ragazzi acquisiscano le competenze digitali necessarie: la tecnologia può e deve essere una grande opportunità di sviluppo e di democrazia, ma va resa universale e utilizzata secondo regole condivise, altrimenti rischia di acuire le diseguaglianze e creare un esercito di esclusi” ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice generale di Save the Children.

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