Il ministro Carrozza ricorda l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema: “Ci inchiniamo davanti all’Italia della Resistenza”

sant'anna di stazzema

Il ministro dell’Istruzione e dell’università Maria Chiara Carrozza ha partecipato ieri alla commemorazione per il 69° anniversario dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema.

“Stare in mezzo a voi è una grande responsabilità – ha esordito il ministro. È una responsabilità che sento come Ministro, come rappresentante del Governo che viene a rendere omaggio a un un luogo essenziale per la storia del nostro Paese; come Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, responsabile anzitutto nei confronti del futuro del Paese, che si costruisce a scuola e all’università.”

Noi tutti ci inchiniamo davanti all’Italia della Resistenza e della Ricostruzione e siamo sempre chiamati ad arrampicarci sulle spalle dei giganti che ci hanno preceduto. L’Europa è rinata dalle macerie della seconda guerra mondiale grazie al lavoro delle generazioni che ci hanno preceduto e che si sono inchinate davanti a Sant’Anna di Stazzema”.

“Ma come sono state possibili azioni così? – ha continuato il ministro – Che cosa scatta nell’uomo quando progetta un eccidio di massa, colpendo uomini, donne e bambini? Perché l’essere umano perde il controllo di sé? L’indagine storica porterà le risposte a queste domande attraverso il metodo scientifico e l’analisi obiettiva. Ma già sappiamo che il furore di ideologie devastanti può essere la molla di siffatte azioni. E’ sull’essere umano e sulla sua educazione e formazione che lo Stato deve agire.”

“La cultura, l’abitudine al confronto, il rispetto per gli altri, l’educazione sono le risposte migliori che la scuola può dare alle generazioni dei nostri studenti”.”Credo che regimi ed ideologie che hanno segnato drammaticamente la nostra storia nazionale – ha proseguito il ministro – non albergheranno più nel mondo contemporaneo se saremo in grado di mantenere il ricordo della tragicità di questi eventi, di trasmettere ai più i giovani i valori basilari per assicurare la convivenza civile. Quindi, in realtà, noi non possiamo prevedere un futuro individuale, ma possiamo prevedere il futuro al plurale, il futuro di un Paese: è quello che costruiamo ogni giorno nelle nostre scuole.”

“La scuola è il luogo in cui deve avvenire un esercizio di cittadinanza e di civiltà che lega le generazioni, anche attraverso lo studio della storia”. “A scuola – ha continuato il ministro – gettiamo le basi della mobilità sociale e dunque del progresso del Paese. Si troppo spesso che l’investimento in istruzione non sia possibile in momenti di crisi economica, ma io ricordo bene che perfino la destra liberale, la quale tassava la fame con l’iniqua imposta sul macinato, dall’altro lato investiva in modo massiccio, e con un approccio tutt’altro che di mera contabilità, sulla scuola e sull’università”.

Un impegno anche per il Parco della Pace di Sant’Anna, affinché possa ricevere il maggior numero di visite degli studenti di tutta Italia. “Allo stesso tempo – ha dichiarato Maria Chiara Carrozza – mi attiverò affinché questi luoghi possano essere visitati da un maggior numero di studenti tedeschi“. Nell’eccidio nazista, avvenuto il 12 agosto 1944, morirono infatti 560 civili. “Mi impegnerò personalmente – ha aggiunto – ad avviare un percorso interdisciplinare che coinvolga non solo la storia, ma anche altre discipline come la geografia e la letteratura, affinché ciò che è accaduto e ciò che accade a Sant’Anna sia vivo in ogni giovane italiano, in ogni studente”.

Il ministro, infine, ha raccontano le sue esperienze personali, per spiegare l’importanza della memoria nel discorso attuale: “Io ho avuto la fortuna di sentire direttamente i racconti. Mia madre era sfollata, mio padre era volontario, ha fatto l’ufficiale, poi è stato in prigionia – ha spiegato -. Vorrei che i ragazzi di oggi avessero la possibilita’ di recuperare questo messaggio, perché la memoria deve diventare storia”.

 

 

 

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