Non è solo un vecchio luogo comune che sa di arcaico, ma una realtà confermata da dati statistici. La scelta della scuola superiore è influenzata dal censo e a scegliere i licei sono sempre le famiglie più agiate. È quanto emerge dal rapporto «Giovani e percorsi professionalizzanti: un gap da colmare?», affidato al Censis dal Centro nazionale Opere salesiane – Formazione aggiornamento professionale (Cnos-Fap): l’84,1% dei figli dei genitori più abbienti opta per i licei, frequentati dal 36,2% dei ragazzi di estrazione più bassa.
Il sondaggio Censis rivela i criteri che guidano le scelte delle Superiori e rivela un gap di conoscenza tra i genitori: il 51,4% delle famiglie (ma è il 60,8% nel Sud e nelle isole) giudica “insufficienti” le informazione sui corsi di istruzione e formazione professionale rispetto a quelle disponibili sui licei. Nel rapporto voluto per conoscere “motivazioni del vissuto scolastico e l’atteggiamento verso lo studio e il lavoro” , il 96,5% del campione di 1.006 studenti fra i 14 e i 19 anni frequenta la scuola secondaria, il 4% un corso di formazione professionale. I ragazzi risultano meno interessati delle ragazze ai contenuti dello studio (69,2% contro il 77,8%), e nella scelta del percorso scolastico manifestano una più precoce inclinazione al lavoro delle coetanee, avendo scelto il corso in base alla “professione che intendono svolgere” (10% contro il 7,9%) o «utile per trovare lavoro più facilmente» (10,6% contro l’8,1%).
I ricercatori segnalano come gli intervistati risultino “fortemente istituzionalizzati”: si tratta di “un agire giovanile – scrivono – connotato da opinioni, comportamenti, opinioni e scelte, se non stereotipati, quanto meno condizionati da convenzioni sociali e strutturazione scuola centrica”. Appartengono infatti a ceti abbienti tre su quattro fra i giovani che ottengono “ottimo” o “distinto” all’esame delle Medie, mentre oltre il 60% di coetanei meno abbienti ha riportato “buono” o “sufficiente”.
L’84,1% dei figli dei genitori più abbienti opta per i licei, mentre nel caso di famiglie di estrazione sociale medio bassa il 39,4% preferisce gli indirizzi tecnici e il 23,5% quelli professionali, fino a quelli di estrazione più bassa che nel 12,4% dei casi scelgono la formazione professionale.
Il Censis rileva da una parte segnali di “scarsa mobilità della società italiana, la quale opera come elemento ordinatore di scelte e percorsi”, dall’altra “un fabbisogno latente di formazione professionalizzante tra derive liceali ed universitarie”. E rivela un gap di conoscenza tra i genitori: solo nelle regioni del Nord est, non a caso quelle dove la formazione professionale riscuote circa il 10% delle preferenze dei giovani (è del 5% in Italia), il 65,8% delle famiglie ritiene “adeguate” le informazioni esistenti sulla formazione professionale a fronte della media nazionale del 51,4%.
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