Il lavoro in Italia è una roba per vecchi: in dieci anni gli occupati over 65 sono aumentati di quasi il 70%

Pubblicato il sesto Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale: dal 2012 al 2022 sono diminuiti i lavoratori della fascia di età compresa tra i 15 e i 49 anni a vantaggio di quelli più anziani. Aumenta invece il dato sulle dimissioni volontarie: a trainarlo la voglia di trovare nuove opportunità e retribuzioni più alte.

Il mercato del lavoro in Italia è sempre più vecchio. A confermalo sono i dati del sesto Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, realizzato in collaborazione con Eudaimon, con il contributo di Credem, Edison e Michelin, pubblicato oggi da Il Sole 24 Ore, che evidenziano come negli ultimi dieci anni (dal 2012 al 2022) gli occupati appartenenti alla fascia d’età tra i 15 e i 34 anni sono diminuiti del 7,6%, quelli tra 35-49 anni sono calati del 14,8%, mentre i 50-64enni sono aumentati addirittura del 40,8% e quelli con oltre 65 anni sfiorano il 70%. Un trend che gli attuali scenari demografici (con un calo della natalità ormai cronico per il nostro Paese) tenderà ad aumentare sempre di più.

Boom dei contratti atipici

Il rapporto, inoltre, evidenzia anche altri aspetti, in primo luogo quello di una presenza importante dei cosiddetti contratti atipici (tempo determinato, part-time, collaborazioni) che sono quasi 1 su 4, ovvero il 21,3% del totale. Si tratta soprattutto di donne e giovani: nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni sfiorano in media il 40% che sale al 46,3 per le donne. Importante anche il cosiddetto “part-time involontario” che coinvolge il 10,3% dei lavoratori, ma penalizza più le donne (il 16,7% rispetto al 5,7% degli uomini) e i giovani (il 13,9% dei 15-34enni). Tra gli occupati giovani, la percentuale del part-time involontario raggiunge il 20,9% tra le giovani donne contro il 9% tra i maschi.

In cerca di un posto migliore

In aumento anche il numero di occupati che si dimettono per cercare un posto migliore: nei primi nove mesi del 2022 ha riguardato la bellezza di 8500 lavoratori ogni giorno, il 30,1% in più rispetto allo stesso periodo del 2019. In media ogni giorno 49.500 italiani hanno iniziato un nuovo lavoro, il 6,2% in più rispetto al 2019. Il 46,7% degli occupati italiani lascerebbe l’attuale lavoro, la percentuale raggiunge il 50,4% dei giovani e il 45,8% degli adulti, il 58,6% degli operai, il 41,6% degli impiegati e solo il 26,9% dei dirigenti. Le ragioni? Per il 65% degli occupati le opportunità di avanzamento professionale sono insufficienti. Il 44,2% considera lo stipendio non adeguato alle proprie esigenze (il 53% tra i giovani).

Lo smart working non entusiasma

Tiepida l’accoglienza per lo smart working che interessa solo il 12,2% degli occupati (rispetto al 4,9% del 2019): per l’81,3% consente una migliore conciliazione tra vita privata e lavoro ma per il 72,4% il giudizio è positivo solo se il lavoro da remoto è alternato con giorni di lavoro in presenza. 

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