“Gli studenti Lgtb+ si alzino in piedi” e l’assemblea d’istituto finisce in “rissa” tra preside e presidente Arcigay

Polemiche al liceo Ariosto di Ferrara durante un dibattito su identità di genere. La relatrice, presidente di Arcigay, è stata interrotta dalla preside della scuola perché aveva invitato gli studenti presenti a dichiarare pubblicamente la propria identità sessuale. “Sono stata offesa dalla preside” ha poi raccontato sui social.

Si è trasformata in un caso politico l’assemblea d’istituto in uno storico liceo di Ferrara dove è andata in scena una vera e propria lite sul tema dell’identità di genere: da un lato la preside della scuola e dall’altro la locale presidente dell’Arcigay che sarebbe stata offesa dalla dirigente scolastica.

Ma andiamo con ordine: tutto è cominciato con la richiesta da parte degli studenti del liceo Ariosto di Ferrara di tenere un’assemblea d’istituto per discutere di identità sessuale, eteronormatività, binarismo di genere e patriarcato. Nel corso del dibattito la presidente dell’Arcigay di Ferrara, Manuela Macario, si sarebbe rivolta agli studenti chiedendo loro di alzarsi in piedi nel caso fossero persone Lgbt+ o avessero parenti o amici Lgbt. A quel punto, come racconta la stessa Macario sul suo profilo Facebook, tutti i ragazzi presenti all’assemblea si sarebbero alzati, scatenando così l’ira della preside che è salita sul palco per un intervento dai toni non certo concilianti nei confronti della presidente dell’Arcigay e con la convinzione di dover “intervenire per difendere la privacy dei miei studenti”.

Lo scontro sul palco

Un intervento che però da alcuni è stato interpretato come un modo per mettere un freno alla libertà d’espressione degli stessi studenti. “La dirigente scolastica è salita sul palchetto dal quale parlavo, mi ha chiesto con veemenza di darle il microfono, mi ha intimato di sedermi (mi ha proprio detto “lei si sieda” con tono aggressivo) — ha raccontato Macario sui social — e ha rassicurato la platea che la scuola garantiva la libertà di pensiero e il rispetto educativo delle famiglie, ha nemmeno tanto velatamente discreditato il contenuto del mio intervento di carattere scientifico-sociologico per poi concludere girandosi verso di me e dicendomi con tono di disapprovazione che non avrei nemmeno dovuto alzarmi in piedi per intervenire. La gravità di quanto accaduto è soprattutto da riferire al messaggio che gli studenti hanno ricevuto. Una persona Lgbt+ può essere non rispettata, contraddetta anche se portatrice di pensieri scientifici, intimata di sedersi e messa a tacere”.

La difesa della dirigente scolastica

Esiste anche un video, girato da uno studente e pubblicato sul sito Estense.com, in cui si assiste a parte del diverbio tra le due donne. “In tanti anni non mi è mai capitata una cosa del genere, vi dovreste vergognare” ha scandito la presidente dell’Arcigay di Ferrara, ottenendo l’applauso degli studenti. “Che voi plaudiate è vostra autonomia, che io abbia delle responsabilità è mia responsabilità. Che la contrarietà delle posizioni debba dare luogo all’idea che qualcuno debba vergognarsi — ha risposto la dirigente — spero sia altrettanto oggetto di riflessione. Io non ho chiesto a nessuno di vergognarsi, ma sono stata richiesta di vergognarmi”.

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