E’ il tema più importante per il rilancio della scuola: la formazione dei docenti. Non esiste dibattito pubblico che non sottolinei la centralità dell’aggiornamento dei docenti come politica di sviluppo del nostro sistema scolastico. Secondo le recenti pubblicazioni dell’Ocse nello speciale “Education at a Glance” i nostri docenti sono fra i più anziani in Europa, con un’età media del 48,9 contro il 42,6 della Francia, il 43,2 dell’Olanda e il 45,6 della Spagna. Confrontabili con l’età media italiana risultano solo l’Estonia (47,9 anni), la Bulgaria (47,4) e la Lettonia (47,1).
Intanto che arrivano i “nuovi” e che si facciano le ossa, il Ministero dell’istruzione ha predisposto un piano straordinario per la formazione dei nostri docenti. Risorse importanti, pari a 325 milioni di euro che dovranno essere spese nel quadriennio 2016/2019.
Più risorse rispetto al passato, una maggiore qualità dei percorsi formativi, nove priorità nazionali di formazione individuate dal Ministero da declinare all’interno di percorsi personalizzati per ciascun docente.
La formazione in servizio degli insegnanti diventa obbligatoria e permanente come previsto dalla legge Buona Scuola. A queste risorse si aggiungono gli 1,1 miliardi della Carta del docente, per un totale di 1,4 miliardi stanziati nel periodo 2016/2019 per l’aggiornamento e lo sviluppo professionale del corpo insegnante. Saranno coinvolti nel Piano di formazione tutti i docenti di ruolo, per un totale di circa 750.000, e sono previste azioni formative per tutto il personale scolastico. Nove le priorità tematiche: dal digitale, alle lingue, dall’alternanza scuola lavoro all’inclusione, alla prevenzione del disagio giovanile, all’autonomia didattica. La qualità dei percorsi sarà assicurata attraverso nuove procedure di accreditamento a livello nazionale dei soggetti erogatori che consentiranno anche di monitorare gli standard offerti. Sarà fatto un investimento specifico sulla ricerca in questo campo per favorire il finanziamento, la raccolta e diffusione delle migliori startup formative. Le migliori pratiche formative, grazie alla collaborazione con INDIRE (Istituto nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa), saranno inoltre raccolte in una biblioteca delle innovazioni. Ogni docente avrà un proprio Piano di formazione individuale che entrerà a far parte di un portfolio digitale contenente la storia formativa e professionale dell’insegnante. I bisogni di formazione individuale confluiranno nel Piano di ciascuna scuola: la formazione diventa infatti uno dei cardini del miglioramento dell’offerta formativa. Fra i pilastri del Piano, la formazione sulle lingue, che coinvolgerà 130.000 insegnanti prevedendo l’innalzamento del livello di competenza linguistica e percorsi sulla metodologia CLIL.
Sono queste le principali novità del Piano nazionale per la formazione degli insegnanti presentato dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini alla presenza di tre ospiti internazionali: Andreas Schleicher, Direttore del Directorate of Education dell’Ocse, Jordan Naidoo, Direttore della Divisione Education 2030 Support and Coordination dell’Unesco, e Oon Seng Tan, Direttore del National Institute of Education di Singapore. Al centro della mattinata, il dibattito sull’importanza della crescita professionale dei docenti come pilastro del miglioramento dei sistemi educativi.
“Il Piano che presentiamo oggi ci allinea ai migliori standard internazionali. Si tratta di un Piano organico, immediatamente attuabile, che mette al centro lo sviluppo della professionalità dei nostri insegnanti”, ha dichiarato il Ministro Stefania Giannini. “Con la Buona Scuola investiamo finalmente nel nostro capitale umano.
“La qualità dell’istruzione non può mai prescindere da quella dei docenti. Proprio per questo le aspettative nei confronti degli insegnanti sono molto alte. Ci aspettiamo che abbiano una profonda conoscenza di ciò che insegnano, che siano appassionati, che sappiano coinvolgere gli studenti, che sappiano rispondere ai loro differenti bisogni, che promuovano l’inclusione e la coesione sociale, che lavorino in team e siano collaborativi con le altre scuole e con le famiglie. Ma per raggiungere questi obiettivi, il sistema di istruzione deve porre la massima attenzione a come i docenti vengono reclutati, alla loro formazione iniziale, alla formazione in servizio, a come premiare i migliori, ma anche sostenere quelli che stanno cercando di migliorare”, ha sottolineato Andreas Schleicher
“Il lancio di questo Piano rappresenta per l’Italia un traguardo importante nelle politiche di miglioramento del sistema scolastico. L’approccio più sistematico sulla formazione è di buon auspicio per lo sviluppo della professione docente. Il Piano farà crescere la qualità dell’insegnamento e avrà ricadute positive su scuole e studenti”, ha sottolineato Oon Seng Tan, Direttore dell’Institute of Education di Singapore.
“Questo Piano rappresenta un passo avanti fondamentale per il sistema educativo italiano e per gli obiettivi che, globalmente, l’UNESCO conduce per il rafforzamento della professione docente nel mondo”, ha spiegato Jordan Naidoo Direttore della Education 2030 Support and Coordination Division. “Un miglior allineamento tra il sistema educativo italiano e standard internazionali non potrà che portare a una collaborazione più forte tra Governo Italiano e Unesco”.
– Ecco il piano
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