“Ricorsi e processi non sono la scelta vincente”, così il Ministro Giannini ha voluto esprimere il suo scetticismo nei confronti di quei sindacati del settore scuola che, ormai da tempo, stanno preparando appelli in tribunale per garantire anche a docenti non abilitati l’accesso al concorsone che porterà in cattedra dal prossimo settembre oltre 63 mila nuovi professori.
“Credo che impostare questa straordinaria opportunità – ha spiegato il ministro ai microfoni di Radio 24 – che sulla base della Costituzione italiana finalmente viene restituita al mondo della scuola fra tribunali amministrativi e carte bollate è una scelta che i sindacati sono liberi di fare, ma che non sarebbe una scelta vincente e la direbbe lunga sulla loro visione del mondo”.
Com’è noto, infatti, il concorso a cattedra sarà aperto esclusivamente ai docenti in possesso di titoli di abilitazione e i sindacati di settore stanno raccogliendo firme e adesioni per cercare di aprirlo anche ad alcune categorie attualmente escluse come i non abilitati con 36 o più mesi di servizio.
“Noi stiamo impostando questo lavoro in modo molto serio e rigoroso, in modo che sia una selezione tra pari, corretta ma anche severa – ha spiegato Stefania Giannini – I numeri parlano da soli, il concorso offre un’occasione ad una platea amplissima, oltre 200 mila candidati per 63.700 posti”.
Una pratica, quella del ricorso alle vie legali in qualsiasi circostanza, che il ministro prova a spiegare da un punto di vista culturale: “Non è solo un male della scuola – spiega Giannini – è un virus che nel nostro Paese si è molto esteso, soprattutto nel comparto pubblico per evidenti problemi anche di formalizzazione dell’accesso, delle regole che sono alla base dei contratti di lavoro. Credo che sia un cambiamento culturale quelle che dobbiamo fare e il nostro, forse, è il settore che ha il potenziale di successo maggiore e anche la responsabilità maggiore”.
Infine, quindi, l’appello rivolto direttamente ai sindacati:”Approfittiamo insieme di questa straordinaria opportunità – invita l’ex Rettrice dell’Università per stranieri di Perugia – per dare alla scuola quello di cui ha bisogno: giovani che regolarmente possano confrontarsi con i loro talenti e la loro vocazione per fare quello che è uno dei mestieri più belli del mondo”.
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