Galera per chi copia

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C’è chi lo fa a scuola già da piccolo, chi impara alle medie e non smette più. C’è chi ci prova ai concorsi pubblici o chi tenta all’esame di maturità. Copiare è un tradizione che accompagna, più o meno, gli studenti nel loro percorso di formazione.

Molti non sanno, però, che l’atto stesso del copiare comporta un reato penale. Il codice penale italiano è chiaro in materia, con pene che vanno dai 3 mesi di reclusione fino a un anno. L’articolo 1 della legge n. 475/1925 del Codice Penale recita infatti “Chiunque in esami o concorsi, prescritti o richiesti da autorità o pubbliche amministrazioni per il conferimento di lauree o di ogni altro grado o titolo scolastico o accademico, per l’abilitazione all’insegnamento ed all’esercizio di una professione, per il rilascio di diplomi o patenti, presenta, come propri, dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti tecnici e, in genere, lavori che siano opera di altri, è punito con la reclusione da tre mesi ad un anno. La pena della reclusione non può essere inferiore a sei mesi qualora l’intento sia conseguito”.

Attenzione, dunque, prima di tentare la carta della furbizia. Meglio studiare.

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