Cambio di guardia alla presidenza di Sociologia della Federico II; dal 1 novembre Gianfranco Pecchinenda è il nuovo preside della facoltà federiciana succedendo alla professoressa Enrica Amaturo.
Un incarico importante in un momento questo davvero difficile.
Professore Pecchinenda qual è la prima cosa da fare come preside?Eredito una situazione molto positiva grazie alla presidenza precedente. Il mio primo pensiero e impegno sarà quello di dare una maggiore continuità a quello che è stato già fatto dal mio predecessore affinché la nostra facoltà rimanga un prestigio per il nostro ateneo.
Che tipo di facoltà ha ereditato?
In crescita sicuramente. Buoni risultati sono pervenuti sia dall’immatricolazioni degli studenti sia da una maggiore presenza fisica della facoltà all’interno di tutto l’ateneo. Insomma adesso sociologia non è più la “cenerentola” della Federico II, ma è riuscita a ritagliarsi anno dopo anno un proprio spazio. Una conquista ottenuta grazie anche al rapporto tra studenti e docenti che credo sia tra i migliori in tutta Italia, divenendo così il vero e proprio punto di forza della facoltà sociologica.
La continuità e la tradizione sembrano essere la base del suo programma.
Assolutamente. Cercherò durante il mio mandato di rafforzare ancora di più il rapporto con il territorio campano. Siamo ben radicati nel capoluogo campano non solo perché fisicamente operiamo nel centro storico di Napoli, ma anche perché grazie agli studiosi di scienze sociali siamo riusciti ad avere una maggiore dimestichezza con la valorizzazione e le problematiche di alcune aeree come Secondigliano e Scampia. D’altra parte il mio impegno verterà soprattutto nel far sentire lo studente parte di questa facoltà e parte di una tradizione e continuità portate avanti dai nostri docenti.
Come definisce ciò che sta accadendo nel mondo accademico? C’è troppa semplificazione da qualunque parte politica si pone la questione. Bisogna a mio parere cercare di sottoporre la questione a delle valutazioni che abbiamo come priorità la capacità di far emergere la qualità e l’eccellenza che da sempre caratterizzano il mondo accademico. Una di queste è sicuramente la ricerca universitaria, che grazie a studi e giovani dottorati fanno crescere a livello internazionale l’università italiana.
Cosa si sente di dire ai suoi studenti al di là delle proteste universitarie? Di non farsi cavalcare per motivi politici; di sviluppare un senso critico nei confronti dei media, delle leggi, dei governanti e anche nei confronti dei loro docenti. Un senso critico che dia la possibilità agli studenti di portare avanti un discorso propositivo e non distruttivo.
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