Falsi diplomi da operatore sanitario per poter partecipare ai concorsi: raffica di arresti a Foggia

Indagine della Procura pugliese sull’Istituto privato di formazione “Manzoni” di San Nicandro Garganico. Secondo l’accusa venivano rilasciati falsi attestati dietro il versamento di 25mila euro. In manette anche un ex deputato di Forza Italia.

Diplomi e attestati falsi da operatore sanitario per poter partecipare a concorsi pubblici: sono quelli scoperti dalla Procura di Foggia che questa mattina ha disposto l’arresto, tra gli altri, dell’ex deputato Nicandro Marinacci (ex Fi, Udc e poi Udeur) accusato di essere tra gli artefici di una fabbrica di diplomi
falsi in ambito sanitario. Agli arresti domiciliari è finito il figlio dell’ex deputato, attuale consigliere comunale di San Nicandro Garganico, mentre in tutto sono indagate a piede libero altre 33 persone con le accuse, a vario titolo, di truffa, falso in atti pubblici e contraffazione.

Titoli senza percorso formativo

Le indagini, durate un anno, sono partite da denunce presentate da diversi frequentatori dell’Istituto privato di formazione “Manzoni” di San Nicandro Garganico dove negli anni sarebbero stati organizzati falsi corsi per il conseguimento di diplomi di Operatore Socio Sanitario (Oss) ed Operatore Socio Sanitario Specializzato (Osss). Secondo l’accusa sarebbe stato garantito il conseguimento dei titoli a soggetti che non avevano completato il percorso formativo o, comunque, privi dei requisiti richiesti dalla legge.

Qualcuno ha pagato anche 25mila euro

Le prime denunce sono state presentate dai vincitori esclusi dalle graduatorie di un concorso pubblico indetto agli Ospedali Riuniti di Foggia durante il periodo Covid. Persone che non si sono visti riconoscere i titoli presentati in seguito alle verifiche portate avanti dagli uffici amministrativi. Dalle indagini è emerso come alcuni degli indagati avrebbero versato fino a 25mila euro per ottenere diplomi ed attestazioni false.

Il sistema delle graduatorie

I diplomi e gli altri attestati falsi sarebbero stati rilasciati a favore di soggetti consapevoli (e quindi indagati) ma anche di persone che non sospettavano nulla, convinti quindi della genuinità dei titoli che sono stati utilizzati per l’inserimento nelle graduatorie pubbliche degli istituti scolastici per l’assunzione del personale Ata.

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