Emergenza Ucraina, i bambini a scuola raddoppiati negli ultimi giorni. Bianchi: “Oggi sono più di 5mila ma ne arriveranno almeno 20mila”

Rispetto alla settimana scorsa i bambini ucraini presenti nelle nostre scuole sono passati da 2.500 agli oltre 5.300 di questa mattina. A dirlo è il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che ha già stanziato 1 milione di euro per permettere agli istituti scolastici di poter gestire l’emergenza. Ma mancano interpreti e mediatori culturali.

Più di 5000 bambini ucraini nelle scuole italiane e il loro numero è destinato a salire anche nei prossimi giorni. A fare il punto sull’emergenza nata dall’aggressione russa a Kiev e sul sistema dell’accoglienza messo in campo dall’Italia nei confronti dei profughi (soprattutto minori) è il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

“Stiamo vivendo oggi la fase dell’accoglienza dei profughi ucraini: rispetto alla settimana scorsa i bambini presenti nelle nostre scuole sono raddoppiati, dai 2.500 di giovedì siamo passati ad oltre 5.300 di questa mattina. Arrivano essenzialmente donne e bambini e il nostro Paese deve ampliare la propria capacità di accoglienza, sono in Italia circa 70.000 profughi ucraini, di cui 25.000 minori – ha spiegato Bianchi nel corso dell’evento di presentazione del Piano ‘RiGenerazione Scuola’ ai rappresentanti degli Stati membri del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa – Ne stiamo ospitando circa 5.000 nelle nostre scuole, ne dobbiamo quindi attendere ragionevolmente un arrivo di 20.000”.

La maggior parte delle nuove iscrizioni (65%) riguarda la scuola dell’infanzia e la primaria ed è concentrata (3 alunni su 4) in sei Regioni: Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Campania. Il Ministero dell’Istruzione fino ad oggi ha stanziato un milione di euro da distribuire agli istituti attraverso gli uffici scolastici regionali, in particolare per arruolare mediatori linguistici e culturali, che accompagnino l’inserimento degli alunni scappati dalla guerra.

Professionisti che, comunque, dipendono dagli enti locali e non si trovano in numero sufficiente, ancor meno per la lingua ucraina. Allora, in molti casi, ci si sta organizzando grazie alla collaborazione dei docenti ucraini esuli, degli stessi genitori dei bambini (che spesso parlano almeno l’inglese) e, più in generale, delle locali comunità ucraine. L’obiettivo è garantire, almeno all’inizio, la presenza in classe di una figura di riferimento, che supporti i bambini nella delicata fase di socializzazione.

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