E’ in un ‘nuovo’ gene il mistero della scomparsa del pene degli uccelli: la scoperta delle funzioni del gene Bmp4 spiega in parte la contraddittoria evoluzione degli uccelli, animali che si riproducono per fecondazione interna, cosi’ come gli uomini, ma con un pene ‘sottodimensionato’ allo scopo. Lo studio realizzato e coordinato da un gruppo di ricercatori dell’Istituto Medico Howard Hughes e pubblicato su Current Biology svela i meccanismi genetici che portano nella fase embrionale alla ‘cancellazione’ del pene.
Nonostante tutti gli uccelli si riproducano attraverso una fecondazione interna, solo il 3% di questi ha un pene sufficientemente sviluppato da permettere l’intromissione, ossia il rilascio dello sperma all’interno dell’apparato femminile.
Un rompicapo evolutivo su cui si si sono fatte molte ipotesi e la cui soluzione si nasconderebbe in un gene, Bmp4, evolutivamente nuovo e che risulta inattivo nel 3% degli uccelli ‘dotati’. La sua attivazione e’ infatti in grado di accelerare in fase embrionale la morte delle cellule dell’organo sessuale degli uccelli.
”Bilanciare – ha spiegato Martin Cohn, uno dei responsabili dello studio – il tasso di proliferazione o morte delle cellule e’ essenziale per controllare lo sviluppo e la crescita di un organo. Una proliferazione scarsa o un tasso di morte troppo elevato puo’ portare a un ‘sottosviluppo’ o anche completa assenza di quel tessuto organo”. La ‘perdita’ del pene negli uccelli non sarebbe quindi dovuto a una disfunzione genetica ma all’attivazione di un nuovo gene, il Bmp4. I motivi della ‘scomparsa’ risultano ancora ignoti ma secondo i ricercatori questo potrebbe aver offerto alle femmine un maggior controllo sulla loro vita riproduttiva. La scoperta potrebbe inoltre aiutare in ambito medico per capire l’origine di alcune malformazioni.