È scomparso Prisco, una vita di rappresentanza studentesca

È morto Antonio Prisco, ex rappresentante dell’Udu di Napoli, a soli 38 anni. Era rappresentante della Nidil Cgil e attivista per i rider
Antonio Prisco Cgil

È venuto a mancare Antonio Prisco, ex rappresentante dell’Unione degli Universitari di Napoli. È scomparso nella notte fra mercoledì e giovedì, a soli 38 anni. Non sono chiare le cause della sua morte, ma non aveva contratto il covid-19.

Ha militato per molti anni nel sindacato studentesco, mentre studiava Scienze Politiche, per poi entrare nella Cgil. “Antonio Prisco ha scritto un pezzo indelebile della storia di Napoli e di tutta l’Organizzazione, avendo avuto sempre l’ardore di spendersi per la difesa dei diritti di tutte e tutti i più deboli, contribuendo attivamente a rendere un po’ più giusto il mondo in cui viviamo – scrive l’Udu in un comunicato – Lo ha fatto come membro attivo della nostra organizzazione, da militante e dirigente della base napoletana, con la sua enorme disponibilità, e proseguendo la lotta nel sindacato dei lavoratori, rimanendo un punto di riferimento ancora per le compagne e compagni dell’Unione degli Universitari”.

Da alcuni anni, Prisco lavorava come rider per Deliveroo e aveva sposato la causa della difesa dei lavoratori del food delivery. Come coordinatore nazionale dei fattorini per la Nidil CIGL era stato tra i fondatori della rete nazionale. Proprio lo scorso 21 aprile aveva preso parte ad una videoconferenza sui problemi del settore, insieme a Per Luigi Bersani.  Anche i sindacati dei rider lo hanno ricordato per le lotte a cui aveva dedicato la vita: “Ci mancherà il nostro compagno Antonio, la sua teatralità roboante, il suo essere sindacalista degli ultimi dal popolo per il popolo, il suo spararla sempre grossa, il suo ghigno malandrino”.

“Sentiremo la mancanza della tua pungente ironia, a volte surreale – scrive Riders Union Bologna – Anche grazie a lui, al suo impegno, alla sua generosità, alla sua abnegazione è stato possibile organizzare la data del 26 marzo, coinvolgendo più di 30 città italiane, che ha visto, forse per la prima volta una mobilitazione massiccia, di tutta la categoria, dal basso, a partire dal coinvolgimento dei territori e dal protagonismo dei lavoratori”.

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