Durate un esame il prof continua a twittare. La rabbia di una studentessa

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Una studentessa scrive una lettera infuocata a Beppe Severgnini, che cura il blog Italians per il Corriere della Sera, e si dice arrabbiata “con la A maiuscolissima”.
Per il suo ultimo esame si è dovuta alzare alle cinque, per prendere un treno e raggiungere Milano.
E solo dopo aver atteso che il professore finisse di chiacchierare con l’assistente, ha potuto finalmente affrontare il tanto atteso esame.

L’ansia, la stanchezza, ma a fare perdere le staffe alla ragazza sembra sia stato l’atteggiamento del docente. Interrogata, la ragazza inizia a conferire ma  il prof mostra scarsissimo interesse tenendo continuamento occhi e dita puntate sul suo I Pad aperto sulla pagina twitter.

Un irresistibile desiderio di raccontare in 140 caratteri che, dopo il Papa e i politici italiani, non risparmia nemmeno il corpo docente.
La studentessa, però, si chiede:

“Ma una volta non erano i professori a sequestrare i cellulari durante la lezione? E una volta non erano gli anziani a bofonchiare che i giovani non hanno più rispetto? Io questa mattina mi sono sentita offesa. Ho impegnato il mio tempo, studiando e approfondendo, dando per scontato il fatto che per un quarto d’ora il prof del quale ho frequentato tutte le lezioni mi avrebbe dedicato il suo di tempo. E invece no. Dov’è finito il rispetto?”.

Secca e diretta la risposta di Severgnini:
“Dovresti dirmi il nome del tuo prof. twitterino, Francesca. Io gli scrivo. Lui negherà, ovvio. Ma ti assicuro che smetterà di giocare durante l’esame con l’ipad”.

A.Z.

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