Due prospettive di rappresentanza: da Pavia a Passau.

Se dovessi avere la possibilità di rivivere i miei anni universitari cambierei sicuramente molte cose, dal metodo di studio notturno, a qualche esame posticipato e qualche voto non desiderato, ma c’è sicuramente una cosa che non cambierei: l’esperienza di rappresentanza. Una costante durante questi lunghi quattro anni, una costante che ha riempito di emozioni e soddisfazioni ogni singolo semestre. Una costante tanto impegnativa quanto fondamentale, che non potrò mai rimpiangere.

Ho iniziato il mio percorso universitario e di rappresentanza di pari passo e, lasciatemelo dire, non sarei la stessa studentessa oggi se non avessi deciso nel 2014 di seguire il consiglio di “Gigi” e di mettermi in gioco. Purtroppo, l’inizio del mio Erasmus è coinciso con la fine di tantissime esperienze, tra cui la fine del mio secondo mandato da rappresentante. Sono sicura che ci vorrà del tempo, una volta rientrata in Italia, per metabolizzare tutti i cambiamenti che si sono verificati in questi 6 mesi e per riprendere quanto lasciato in sospeso.

Dopo la fine dell’ultimo consiglio di dipartimento, dopo l’ultima rivendicazione discussa, dopo i saluti e i ringraziamenti e dopo un super abbraccio ai miei compagni, sapevo che qualcosa stava per cambiare, sentivo forte – come il tremolio delle mie gambe- che Rosalia da quel momento si sarebbe solo potuta limitare a supportare i ragazzi durante la campagna elettorale e ad essere sempre a disposizione per ogni dubbio, placando qualsiasi spirito d’iniziativa. Ed è questo che ho cercato di fare tra aprile e maggio per il rinnovo della componente studentesca per il biennio 2018-2020, trovando comunque un modo per far campagna elettorale anche dall’estero “in tutte le lingue del mondo” (avevo detto placare qualsiasi spirito d’iniziativa? Ops!), godendomi infine una super vittoria che non è altro che il risultato dell’impegno con cui quotidianamente ci si è sempre messi a disposizione dell’altro durante gli anni passati. Proprio oggi i nuovi eletti del dipartimento di Giurisprudenza parteciperanno al primo consiglio!

Facendomi travolgere dal “semestre delle elezioni”, italiane e tedesche, con la curiosità e con l’invadenza che mi contraddistinguono ho iniziato ad indagare sul funzionamento della Governance d’ateneo e sulle elezioni universitarie a Passau, scoprendo una realtà totalmente diversa e lontana da quella Pavese, o meglio Italiana. Nelle università italiane sono molti gli organi di governo in cui la componente studentesca ha diritto di partecipazione, dal Consiglio di Dipartimento, alle Commissioni Paritetiche fino al Consiglio di Amministrazione.

In Bavaria, the student representatives don’t have the same rights and participation possibilites as in other regions in Germany.

In Baviera, invece, gli unici organi in cui è possibile avere una rappresentanza studentesca con diritto di voto, e limitata alla durata di un anno, sono: il Senat, l’Universitätsrat, il Passauer Studierendenparlament e i Fachschaften. Questo è quello che prevede la “Bayerisches Hochschulgesetz”.

Il Senat è l’equivalente del nostro senato accademico. Organo in cui ci si occupa di didattica, dalla nomina dei docenti, alla creazione di nuovi corsi di studio, alla modifica dei regolamenti didattici. È composto da 11 membri votanti di cui 6 docenti, 1 rappresentante per lo staff accademico, 1 per il supporto accademico, 2 studenti e 1 membro per la rappresentanza femminile. Non hanno, invece, diritto di voto i 6 membri consultivi e i 4 ospiti regolari, sempre selezionati tra la comunità accademica.
Solo al Senato è possibile trovare studenti eletti per conto di gruppi universitari politici, i quali siederanno anche nel Consiglio Universitario (Universitätsrat) e nel Consiglio degli Studenti (Passauer Studierendenparlament). Tra i gruppi universitari attualmente “attivi” abbiamo: “i Liberali”, Liberale Hochshulgruppe LHG, che si divertono a distribuire adesivi con le facce di Marx, Stalin e Lenin barrate, i RCDS, italianizzandoli “i democristiani”, gli unici in grado di poter permettersi manifesti in tutta la città, “i socialisti” Jusos Hochshulgruppe, “gli indipendenti” del gruppo LUKS – Liste der unabhängigen kritischen Student*innen ed infine “i verdi” Grüne Hochschulgruppe Passau.

L’Universitätsrat, il Consiglio Universitario, è composto dai membri votanti del Senato, ossia i 6 docenti, 1 membro dello staff artistico d’ateneo, 1 membro per lo staff amministrativo accademico, i 2 studenti e 10 soggetti esterni. Vi sono, inoltre, tre membri non votanti: i membri del rettorato, i membri della rappresentanza femminile e un rappresentante del Ministero di Stato. Nomina il proprio presidente, il cancelliere e i vicepresidenti.

Il Passauer Studierendenparlament è invece il parlamento (o consiglio) degli studenti, presieduto dai i vari gruppi e organi che partecipano alla rete politica universitaria. Il Parlamento degli studenti rappresenta gli interessi degli studenti e agisce come loro portavoce, trasmettendo suggerimenti alla direzione dell’Università, alle facoltà e ad altri organi ufficiali. Ogni due settimane l’esecutivo studentesco chiamato “Sprecherinnen- und Sprecherrat AstA!” – formato dai due senatori e da quattro membri eletti dal parlamento universitario- discutono di problematiche sempre nuove cercando di ottenere sempre una linea comune nonostante le diverse posizioni politiche. Ho trovato stra interessante la presenza di un “System von Beauftragten”, ossia un sistema di studenti “commissari” che si dedicano allo studio di una singola area tematica durante tutto il mandato, svolgendo analisi critiche per poi elaborare una proposta risolutiva. Queste aree tematiche vanno dalla protezione dei dati, alla gestione dei prodotti della caffetteria o alla proposta culturale universitaria.

Vi sono infine i Fachschaften, i consigli studenteschi di facoltà. La cosa che sicuramente mi ha colpito (e turbato) di più è la neutralità di questi ultimi e il loro presentarsi come “un’agenzia di servizi”. Nessun programma elettorale, nessun numero di posti ripartito per lista in base ai risultati delle ultime elezioni, ma 29 rappresentanti da eleggere e da dividere in queste aree di competenza: gli oratori,  i tesorieri, i responsabili alla formazione, ai servizi per gli studenti, alle pubbliche relazioni, all’organizzazione degli esami, eventi e viaggi. Infine vi sono i responsabili settimana di orientamento prevista per l’inizio di ogni semestre, sì perché in Germania non ci si basa sugli anni accademici, ma sui singoli semestri quindi è possibile immatricolarsi sia durante il semestre invernale sia durante quello estivo.

In sostanza, sono la realtà più vicina al singolo studente, i ragazzi che si mettono a disposizione rappresentano sé stessi e gli interessi degli studenti delle rispettive facoltà cercando di soddisfare le richieste più immediate.

Curiosa di capire come lavorano i rappresentanti della Juristische Fakultät, nella speranza di trarre qualche spunto positivo da riportare in Italia, ho chiacchierato con Agnes, una rappresentante degli studenti per Giurisprudenza, nuovamente candidata. Abbiamo parlato di finanziamento, didattica e tassazione. La chiacchierata è stata più semplice del previsto perché in sostanza i Faschshaft si finanziano tramite un apposito Comitato Universitario di Sovvenzione per gli studenti e – come tutti- tramite l’autofinanziamento grazie ad eventi e sponsor. Gli unici obiettivi che portano avanti come gruppo di facoltà riguardano la richiesta di maggiori supporti didattici diversificati, più posti in biblioteca con aumento delle ore di apertura delle strutture universitarie (oltre l’attuale mezzanotte) e soprattutto la reintroduzione dei Tutorial – una particolare tipologia di corsi che permette di approfondire da un punto di vista pratico quanto studiato- per quasi tutti i corsi. Per quanto riguarda la tassazione, invece, Passau è il secondo ateneo con la tassazione più bassa in tutta la Germania, nonostante abbia una facoltà di legge (spesso tra le più care). La retta è rappresentata da una quota fissa per tutti gli studenti, quindi senza differenza di reddito e comprensiva di abbonamento ai trasposti, di soli €72 per semestre.

Insomma, i rappresentanti degli studenti tedeschi non devono ribellarsi per una tassazione più equa, non hanno bisogno di presentare ricorsi per tassazioni fuorilegge, non hanno bisogno di supplicare per avere una biblioteca aperta fino alle 22.00, per avere infrastrutture funzionali, per evitare il numero chiuso e la figura del borsista idoneo non beneficiario. Adesso mi è più chiara la ragione della loro neutralità…

Le elezioni si sono svolte ieri, 26 giugno 2018, era possibile votare dalle 09.00 alle 18.00. Se siete curiosi di sapere come si vota da queste parti ecco qui un tutorial preparato dall’Università per le scorse elezioni:

Ieri mattina ho lasciato il mio studentato alle 8, per la prima lezione del giorno, emozionata all’idea di poter rivivere a fine lezione – anche solo indirettamente- quel clima elettorale di buona e sana politica che riempiva i cortili pavesi. Purtroppo non è stato così: nessuno ne parlava, nessuno sembrava interessato o agitato per l’attesa dei risultati, era possibile scorgere solo qualche manifesto che nessuno prendeva in considerazione. Bah. Chissà chi avrei votato se non fossi stata una studentessa Erasmus. Chi avrebbe davvero difeso i miei diritti all’interno degli organi di governo? Sarebbero stati davvero così preparati? In un contesto universitario come questo, totalmente diverso da quello che in cui ho avuto modo di vivere e di formarmi, quali posizioni avrei sostenuto? È davvero preferibile “un’agenzia di servizi” a della buona rappresentanza anche se politica? Per politica intendo la politica nell’accezione più alta di essa perché credo sia l’attività più nobile che si possa fare al servizio della comunità…

E voi? Cosa ne pensate?

In attesa dei vostri pareri e continuando a fantasticare sulle possibilità di voto ho svolto questo sondaggio in lingua inglese creato in occasione delle elezioni da un’associazione studentesca:

Clicca qui per il sondaggio

Non sarà poi così difficile indovinare il mio risultato,  avrei votato per l’ennesima volta per dei volontari che non abbiano paura di schierarsi, di metterci la faccia e che siano dei bravi studenti, perché si sa, per essere un bravo rappresentante bisogna essere prima di tutto anche un bravo studente.

Ancora una volta -probabilmente l’ultima- anche se all’estero… sempre dalla stessa parte, ma con una valigia stracolma di nuove idee da riportare in Italia!

(Si, come non detto. Ripetete con me: “placare qualsiasi spirito d’iniziativa”.)

Tschüss!

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