Vuoi una memoria infallibile? Migliorarla con queste attività quotidiane

Chi non desidera una memoria infallibile? Ora potete migliorarla con queste sorprendenti attività quotidiane.
Bere caffè
Avete presente la scarica di energia e concentrazione che provate dopo un caffè? A quanto pare le proprietà eccitanti del caffè fanno lavorare meglio il cervello. Uno studio rileva che bere caffè dopo aver imparato qualcosa può aiutarci a ricordarla meglio. In una ricerca del 2014, condotta dalla John Hopkins University, Micheal Yassa ha somministrato una compressa di caffeina a soggetti che non la assumevano abitualmente, 5 minuti dopo aver esaminato delle immagini. Il contenuto di caffeina era pari a quello di una tazza di caffè forte. 24 ore dopo i partecipanti sono stati in grado di distinguere meglio le piccole differenze nelle stesse immagini alterate di qualche dettaglio. “Si può ritenere che la caffeina sia in grado di migliorare la nitidezza del ricordo”, ha spiegato Zach Reagh, ricercatore che lavora insieme a Yassa al Laboratorio di Neuroscienze della memoria, dell’invecchiamento e della demenza, dell’Università della California, a Irvine. Perché succede? La caffeina causa il rilascio della norepinefrina, che può migliorare il processo di formazione del ricordo. E se il vostro ricordo è ancora nitido 24 ore dopo, è probabile che resti tale anche a lungo termine. “Se stimolate il vostro cervello con un agente come la caffeina per rendere la vostra capacità di ricordare più veloce, efficiente e forte, allora avrete gettato le basi per una memoria futura più stabile”.
Fare palestra
Vi piacerebbe ricordare un evento speciale nei minimi dettagli, dall’abbigliamento alle conversazioni, a ciò che avete spiluccato? Quando sarà terminato, provate a sollevare pesi per 20 minuti. Uno studio del Georgia Institute of Technology ha scoperto che la memoria episodica (la memoria a lungo termine degli eventi) può essere potenziata da una breve sessione di esercizi di resistenza. I partecipanti ad uno studio, che dopo aver osservato una serie di foto, hanno eseguito una serie da 50 estensioni della gamba, mostravano una memoria più efficiente del 10% rispetto a coloro che non avevano eseguito l’esercizio. Questa attività si mostrava ancora più efficace se le foto risvegliavano un ricordo emotivo. L’elemento chiave è proprio lo “stress” a breve termine, in questo caso un’intensa attività fisica. I ricercatori, esaminando la saliva dei partecipanti, hanno rilevato una quantità maggiore di norepinefrina (neurotrasmettitore che aiuta la memoria) nel gruppo che aveva svolto l’esercizio.
Non fumare
State pensando di smettere? Fatevi forza: smettere di fumare non solo dimezza le possibilità di contrarre malattie dei polmoni, al cuore, cancro e sintomi di invecchiamento precoce, ma può anche migliorare la memoria. In uno studio del 2011 della Northumbria University, sono stati esaminate 3 diverse tipologie di persone: fumatori, ex fumatori (che avevano smesso da più di due anni) e non fumatori. Ai partecipanti è stato detto di visitare diverse zone del campus e svolgere un’attività in ognuna di esse. Questo serviva a testare la memoria prospettica, che si riferisce ad azioni da realizzarsi in futuro. I non fumatori hanno mostrato una migliore capacità di portare a termine l’attività correttamente, mentre gli ex fumatori hanno condotto prestazioni migliori del 25% rispetto ai fumatori. Un altro studio del 2015, condotto dai ricercatori della McGill University e dell’Università di Edimburgo, ha dimostrato che il fumo assottiglia la corteccia cerebrale molto più velocemente di quanto accada nel processo di invecchiamento “normale” ed accelera il calo delle capacità cognitive. Indagini precedenti avevano già rilevato che il fumo agisce sull’abilità di apprendere nuove cose e ricordarle in futuro. I ricercatori della Northumbria credono che la loro ricerca supporti la teoria in base alla quale il fumo danneggia le aree del cervello che sono coinvolte nella formazione della memoria e del reperimento di informazioni. C’è anche un lato positivo: non è mai troppo tardi per smettere di fumare e fare del bene al nostro cervello.
Fare sesso
Cosa c’è di più facile del Sudoku, più divertente del sollevamento pesi e che vi aiuterà ricordare dove avete messo le chiavi? Ovviamente il sesso! È stato riscontrato che una costante attività sessuale aumenta la produzione di nuovi neuroni (processo chiamato neurogenesi) nel cervello di topi di mezza età, come dimostra uno studio dell’Università del Maryland (I topi sono usati regolarmente negli studi medici perché le loro caratteristiche genetiche e biologiche si avvicinano molto a quelle umane). Più l’attività sessuale dei topi andava avanti, più le prestazioni cognitive legate all’età, sono andate migliorando grazie agli effetti della neurogenesi nell’ippocampo. “L’ippocampo è una zona del cervello davvero affascinate”, spiega Reagh, “riceve input e li restituisce alle altri regioni cerebrali e mantiene tutte le informazioni, legando tutto insieme a formare una memoria coerente e controllando le restanti aree del cervello in modo da conservare i ricordi nel tempo. In larga misura, la memoria è costituita da ciò che accade nell’ippocampo.
Praticare sport
Anche se tendete a dimenticarvi le cose più spesso rispetto al passato, è possibile allenare la memoria facendo esercizio aerobico due volte a settimana, come suggerisce uno studio pubblicato sul “British Journal of Sports Medicine”. Le ricerche sono state condotte su un gruppo di donne dai 70 agli 80 anni con un possibile indebolimento delle capacità cognitive (la fase di transizione tra un invecchiamento “sano” e la demenza). Le partecipanti sono state divise in 3 sottogruppi destinati a 3 diverse attività: allenamento aerobico, esercizi di resistenza e esercizi per l’equilibrio. Ogni gruppo ha svolto le attività due volte a settimana per sei mesi. Le donne dedite all’esercizio aerobico hanno mostrato un aumento dell’ippocampo, una zona del cervello deputata all’apprendimento e alla memoria. “L’esercizio fisico aumenta la produzione di cellule nell’ippocampo, e permette loro di essere più attive una volta generate”, spiega Reagh. “Questo può portare un lieve, ma importante, aumento del volume dell’ippocampo”. Resta ancora da vedere se un ippocampo più grande possa migliorare le prestazioni della memoria, ma Reagh e altri ricercatori sono incoraggiati da questo e altri studi.
Dormire
Se volete ricordare tutto ciò che sentite, vedete o fate ogni giorno, sarà meglio riposare bene durante la notte. Gli studiosi hanno già dimostrato che il sonno è essenziale per il funzionamento della memoria a lungo termine (avete mai provato a ricordare dei dettagli dopo una notte insonne?) e un nuovo studio ha riscontrato un particolare legame tra memoria e sonno: quando si immagazzinano delle nuove informazioni, il cervello ci mantiene svegli, e quando sarà pronto a convertire tutto in ricordi a lungo termine, allora sarà il momento di riposare. In uno studio condotto su moscerini della frutta, i ricercatori della Brandeis University hanno scoperto questo legame, regolato dalle cellule cerebrali “della memoria”. Gli insetti che mostravano cellule più attive avevano dormito di più degli insetti con le cellule meno “sveglie”.
Aromaterapia
L’aromaterapia non serve solo a rilassarsi alla Spa. L’odore legnoso del rosmarino può aiutare la memoria a lungo termine, come spiega Mark Moss, capo del dipartimento di Psicologia alla Northumbria University, nel Regno Unito. “Ho studiato a lungo le proprietà del rosmarino e la sua azione sulla memoria”, dice Moss, che conduce ricerche sul campo dal 2003. In una recente indagine, Moss e il suo collega hanno osservato che i soggetti situati in stanze profumate di rosmarino mostravano maggiori capacità di ricordare eventi e attività da svolgere in futuro, rispetto ai soggetti non sottoposti a questo profumato trattamento. I primi, infatti, dopo essere stati a contatto con la fragranza, mostravano una concentrazione più alta di 1,8-cineolo, una sostanza che riesce a penetrare nel cervello. Come illustra Moss: “Il cineolo-1,8 ha un effetto simile a un farmaco. Aumenta la stimolazione dei neuroni colinergici che giocano un ruolo essenziale per la memoria. Infatti, sono proprio questi i neuroni che vengono colpiti nella demenza causata dal morbo di Alzheimer. Inoltre, Moss ha osservato che anche la menta e la salvia possono agire positivamente sulla memoria, mentre la lavanda può avere l’effetto contrario.
Questo articolo è apparso originariamente su Huffington Post United States

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