Trovo abbastanza grave questa cosa. Credo sia un segnale forte, ancor di più della riforma Gelmini, dello stravolgimento dell’accademia universitaria cosi come l’abbiamo conosciuta. L’università pubblica, aperta a tutti senza differenze di status sociale, consentiva il veicolo per la mobilità sociale perché anche un figlio di operaio poteva diventare ingegnere. Adesso mi sento di dire che fra poco all’università potrà accedere chi ha le “spalle coperte”. Aumentare cosi le tasse senza servizi efficienti ed efficaci non ha senso. Cosi come non ha senso una tassa regionale senza che la regione agevoli gli studenti durante il percorso universitario, con borse di studio, stage, trasporti. Serve solo a fare cassa. Inoltre il consiglio di ateneo ha respinto la proposta del Rettore Marrelli che riguardava un ulteriore aumento delle tasse, definito in base all’adeguamento Istat. Un criterio parziale e senza metodo, dove si decideva di aumentare le fasce medio alte. ci siamo rifiutati, e in particolare io perché credo che dopo l’aumento della tassa regionale – cosa abominevole – era improponibile un ulteriore aumento. L’università Federico II dovrebbe ascoltare di più le esigenze. Noi studenti dobbiamo essere pronti a scendere in piazza per manifestare contro questo scempio.
Flora Frate, rappresentante degli studenti Senato Accademico Federico II