Dipendenza del XI° secolo

Uccise tremila astronavi spaziali /poi fu ammazzato da una lambretta sui viali. (Lapide per un giocatore di videogame-Stefano Benni)

Sul viale del tramonto degli anni ’80, una psicologa americana, Margaret Shotten scrisse “Computer addiction” in cui affronta il tema della dipendenza dal computer.

Compendio di interviste a coloro che si consideravano “pc dipendenti” Da allora sono trascorsi più di vent’anni e la dipendenza tecnologica si è estesa all’uso-abuso della rete telematica, su scala mondiale.

Il Prof. Jereck Block (psichiatra all’Oregon Health & Science University diPortland, ) due anni fa, chiese che  la dipendenza digitale venisse inclusa nel DSM, annoverandolo nella categoria dei disturbi compulsivo-ossessivo, come moltre altre forme di comportamento compulsivo-impulsivo, il computer è caratterizzato dall’accessibilità. Puoi evitare i bar, casino, sexy shop, ma. potresti non essere in grado di evitare la tecnologia. Inoltre l’uso del computer non è stigmatizzato come lo sono molti altri comportamenti. Una volta che la compulsione è attiva, il computer si trasforma nel migliore amico dell’uomo, originando una relazione esclusiva. Tagliarne l’accesso significa destabilizzarlo. La perdità dell’equilibrio “virtuale”può comportare violenza contro se e gli altri.

Il primo centro di riabilitazione per i retomani fu inaugurato nel 1995 dalla dott.ssa Kimberly Young, autrice di “Caught in the net”.. “In questo tipo di dipendenza, le persone diventano dipendenti da quello che fanno e dai sentimenti che provano nel farlo.

Attualmente la nazione più a rischio è la Corea del Sud dove si sono verificati  decessi negli infiniti Internet cafè che ne popolano le città e dove sono stati creati veri e propri centri di dissintocazione per adolescenti. In particolare, il fenomeno coinvolge la fascia degli adolescenti. Si stima che i giovani che presentono sintomi di dipendenza da Internet arrivi a 938,000.

Sylvia Czubachowska e Malogorzata Osipczuk, autrici del saggio: Retomania – piaga del XXI secolo, riscontrano nei retomani, mancanza di autostima, incapacità a stabilire rapporti, necessità di evadere dalla realtà e senso di inadeguatezza.

Lo psichiatra polacco Bohdan T. Woronowicz evidenzia quanto un uso eccessivo del web influenzi negativamente lo sviluppo del sistema nervoso e psichico del bambino.

Nel 1997 una ricerca promossa da Reuters “Glued to the Screen: An investigation into information addiction worldwide.” rivelò una nuova generazione di datalholics. La mente soggetta ad un’accumulazione rapsodica di informazione e sorta di frammentazione cognitiva provocata dall’ipertesto, dopo un’inziale iper stimolazione, sperimenta un senso di smarrimento e frustrazione.

La generazione dell’ hyperlink corre il rischio di trasformarsi un circolo virtuale infinito, ma ben lontano dall’essere virtuoso.


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