Dad, Giannelli (Anp): "Davario formativo rischia di essere irrecuperabile"

“Sospensione della didattica in presenza non sarà senza conseguenze. Dobbiamo essere consapevoli del prezzo sociale che pagheremo noi tutti e di quello individuale che pagheranno invece gli studenti”, a dirlo è Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi commentando le proabili disposizioni del nuovo dpcm annunciate dal premier questa mattina in Parlamento.

“Dirigenti e docenti sono chiamati ad un ulteriore sforzo riorganizzativo ma, malgrado il loro impegno, si rischia un allargamento del divario formativo difficilmente recuperabile”. I presidi sono preoccupti e con loro anche gli insegnanti. “Sappiamo che la didattica da casa non è come la scuola – afferma Alice, prof.ssa di Storia e Filosofia – ma pur facendo il possibile il rischio che gli studenti perdano interi pezzi di programma è fortemente reale”, conferma.

Non sono molti anni che la tecnologia e “menti visionarie” hanno permesso che questo tipo di didattica formativa per studenti potesse essere realtà. Uno degli esempi è incarnato in Marco De Rossi, il 30enne paladino del digitale che ha dovuto aspettare la pandemia prima che la sua WeSchool – una delle tre piattaforme suggerite dal ministero dell’Istruzione – raccogliesse milioni di iscriti. Ma non basta perché i docenti insistono: “Dovevamo trovare un modo per rimanere in presenza, è una sconfitta”, afferma Alberto, docente di Matematica. Sulla questione è intervenuto anche il governatori della Liguria, Giovanni Toti: “La chiusura della scuola, senza un corrispondente livello di assistenza, rischia di far diventre i nonni naturali baby sitter”.

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