Sotto l’albero non ci sarà nulla. Bisognerà aspettare l’Epifania per veder convertito in legge il DL 180: il decreto per il riordino dell’Università arriverà in aula alla Camera il prossimo 5 gennaio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo a Montecitorio, che ha escluso la possibilità di affrontare l’esame del testo nel periodo prenatalizio ma ha, allo stesso tempo, anticipato la ripresa dei lavori dell’assemblea per la vigilia della befana. E intanto, visti i tempi contingentati, già si parla di una possibile richiesta di “fiducia” da parte del governo sul testo in esame, per blindarlo.
Ad essere rimandate saranno, dunque, anche le speranze di Enrico Decleva, presidente della Conferenza dei rettori (Crui). Il numero uno della Statale di Milano aveva infatti espresso “viva preoccupazione” per l’eventualità che la Camera non approvasse entro Natale la conversione del decreto legge 180, contenente misure urgenti per l’università. “È essenziale che il provvedimento passi. Una mancata approvazione – secondo il rettore Decleva – non annullerebbe solo gli aspetti positivi in esso contenuti, farebbe, inoltre, venir meno un’importante premessa e un segnale di impegno per ulteriori provvedimenti di riforma e per una rapida riconsiderazione del sistema di finanziamento degli atenei”.
Se per l’Università si dovrà attendere il periodo postnatalizio per avere un quadro più preciso del futuro, i primi cambiamenti nella Scuola arriveranno dopo l’estate. Il via libera del consiglio dei ministri ai regolamenti attuativi del piano programmatico della scuola porterà sostanziali modifiche nel settore dell’Istruzione. Come già annunciato nei giorni scorsi dal ministro Mariastella Gelmini le elementari cambieranno dal primo settembre 2009, le superiori – invece – dal primo settembre 2010.
I principi che ispirano la riforma – come ha spiegato il ministro Gelmini illustrando il provvedimento – sono: «Più chiarezza e opportunità per le famiglie, più efficienza, semplificazione e snellimento dell’organizzazione e delle procedure, valorizzazione del ruolo dei docenti». In programma anche due nuovi licei – quello delle scienze umane (ex-magistrali) e quello musicale e coreutico (danza e musica) – e l’introduzione di tre nuovi indirizzi per il liceo artistico: figurativo, design, new media.
Rivoluzionati anche gli istituti tecnici che – come ha sottolineato la Gelmini – “saranno quelli richiesti dal mondo del lavoro”. Due macro-settori – uno economico e l’altro tecnologico – ripartiti complessivamente in 11 indirizzi: il primo ne avrà 2, il secondo invece 9.
Alle elementari verrà, invece, soppresso il modulo a più maestri degli anni ’90 e un unico insegnante sarà il punto di riferimento educativo e formativo per il bambino. “La libertà di scelta delle famiglie – ha chiarito il ministro Gelmini a scanso di nuovi equivoci – non sarà sulla tipologia del maestro, ma sul quadro orario”. I genitori potranno scegliere, infatti, tra i due modelli base che prevedono un unico maestro di riferimento – 24 e 27 ore – oppure potranno richiedere, sulla base dell’organico assegnato alla scuola, uno dei modelli a richiesta: fino a 30 ore, con attività facoltative o opzionali.
Manuel Massimo