Cosenza, gli studenti impegnati nella pulizia del sito archeologico

parco del cavallo

Grazie ad un progetto di tirocinio formativo attivo, 15 studenti dell’Unical di Rende collaborano con operai, archeologi, restauratori e docenti al ripristino del sito archeologico di Sibari, in provincia di Cosenza, uno dei più importanti del Mediterraneo.

Il Parco del Cavallo di Sibari è stato infatti sommerso, a metà gennaio, dall’esondazione del fiume Crati: 500 ettari sono stati invasi da melma fangosa che dal 25 febbraio, con l’aiuto di macchine che aspirano il fango, gli studenti raschiano armati al contempo di fretta e cautela. Ancora ignota l’entità del danno.

«Non credo che esista in nessuna parte del mondo qualcosa di più bello della pianura ove fu Sybaris. Vi è riunita ogni bellezza in una volta: la ridente verzura dei dintorni di Napoli, la vastità dei più maestosi paesaggi alpestri, il sole ed il mare della Grecia» sono le parole di François Lenormant, assiriologo francese di metà Ottocento.

Una volta eliminati i 4 cm di fango addensati al centro e gli 8-10 presenti ai lati si passerà ad un riscavo degli intonaci e dei mosaici perché, sommersi, sono oggi presenti una delle strade più antiche della Magna Grecia, la città del V secolo di Thourioi, la città romana di Copia del VII secolo oltre a ville e teatri.

Il Governo ha varato un primo intervento di somma urgenza da 300.000 euro per l’avvio di pulizia ed il ripristino del Parco archeologico cercando di porre rimedio all’allarme rimasto da anni inascoltato: «Il Parco è seriamente a rischio, ripulite gli argini del fiume!»

Giovanni Torchia

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