Coronavirus, Trump acquista tutte le scorte di remdesivir per 3 mesi: l'allarme

Gli Stati Uniti hanno acquistato praticamente tutte le scorte per i prossimi tre mesi di uno dei due farmaci che hanno dimostrato di funzionare contro il Covid-19, senza lasciarne nessuno per l’Europa o la maggior parte del mondo. La denuncia viene dal quotidiano britannico The Guardian, secondo il quale la mossa statunitense ha allarmato esperti e associazioni. Il farmaco, che è stato sperimentato nell’epidemia di Ebola senza funzionare come previsto, è un brevetto per Gilead, il che significa che nessun’altra società può produrlo. Il costo è di circa 3.500 euro per un ciclo di trattamento di sei dosi.

L’accordo è stato annunciato quando il governo Usa ha dovuto prendere atto che l’epidemia negli Stati Uniti sta sfuggendo al controllo. Remdesivir è il primo farmaco approvato dalle autorità competenti negli Stati Uniti per il trattamento di Covid-19, è prodotto da Gilead e ha dimostrato di aiutare le persone a riprendersi più rapidamente dalla malattia. Le prime 140.000 dosi, fornite alle sperimentazioni farmacologiche in tutto il mondo, sono state esaurite. L’ amministrazione Trump ha ora acquistato più di 500.000 dosi, che è tutta la produzione di Gilead per luglio e il 90% di agosto e settembre. L’altro farmaco che sembra funzionare contro i gravi casi di malattia da Covid-19, il desametasone, è invece economico e facilmente disponibile ovunque. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato di essere a conoscenza del fatto e sta cercando di verificare i dettagli: “Commenteremo quando avremo verificato l’esatta natura dei contratti”, ha detto un portavoce.

“Il presidente Trump ha raggiunto un accordo straordinario per garantire agli americani l’accesso al primo farmaco terapeutico autorizzato per Covid-19”, ha dichiarato il segretario alla salute e ai servizi umani degli Stati Uniti, Alex Azar. “Per quanto possibile, vogliamo garantire che qualsiasi paziente americano che abbia bisogno di remdesivir possa ottenerlo. L’amministrazione Trump sta facendo tutto ciò che è in suo potere”. Martedì 30 giugno i nuovi contagi sono stati 48 mila. Un livello mai raggiunto neanche durante il picco dell’epidemia a New York e sulla costa orientale degli Usa. Le autorità sanitarie federali sono in pieno allarme e guardano con angoscia al fine settimana, al 4 luglio, la festa nazionale più sentita e più celebrata nel Paese. “Non sarei sorpreso se salissimo a 100mila casi al giorno”, ha detto il virologo Anthony Fauci. A fronte di queste dichiarazioni, Trump ha ribadito che secondo lui il virus “sparirà da solo”, e ha cambiato direzione sulla mascherina: “Sono disposto a indossarla, anzi, l’ho già fatto: e mi dona anche”, avrebbe commentato.

Esperti e attivisti lanciano l’allarme. Acquistare l’offerta mondiale di remdesivir non è solo una reazione alla crescente diffusione del virus: gli Stati Uniti hanno adottato un atteggiamento “America first” in tutta la pandemia globale. L’amministrazione Trump ha già dimostrato di essere pronta a mettersi al primo posto rispetto a tutti gli altri Paesi per garantire le forniture mediche necessarie per gli Stati Uniti, compreso un eventuale vaccino. A maggio, il produttore francese Sanofi ha dichiarato che gli Stati Uniti avrebbero ottenuto il primo accesso al vaccino Covid nel caso funzionasse. Il CEO, Paul Hudson, ha dichiarato: “Il governo degli Stati Uniti ha diritto al più grande pre-ordine perché ha investito e si è assunto dei rischi”. Nel frattempo il Regno Unito ha dichiarato di avere una scorta sufficiente di remdesivir e la stessa cosa ha detto la Germania.

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