Ieri, in occasione della giornata di studi “La conservazione dell’arte Pubblica in Italia. Il caso del Metrò dell’arte di Napoli”, è stata rinnovata la seconda convenzione triennale tra l’ Accademia delle Belle arti di Napoli e Metronapoli che assegna ai docenti e agli studenti dell’accademia la responsabilità e il lavoro di manutenzione e conservazione delle opere esposte presso alcune delle stazioni della Metropolitana di Napoli.
“Questa giornata di studi è l’occasione ideale per rinnovare la convenzione con l’accademia istituita da noi per la prima vota nel febbraio 2006 – ha affermato Giannegidio Silva, presidente M.N. Metropolitana di Napoli S.p.A.- poiché le opere le opere presenti nelle stazioni della linea 1 e della linea 6, inclusa in questa seconda convenzione, hanno bisogno di specifiche e costanti cure a causa del microclima e delle caratteristiche tecniche e dei materiali di ogni opera esposta”.
Un’occasione, questa collaborazione tra le due istituzioni, che giova molto agli studenti- artisti dell’Accademia, i quali hanno la possibilità di mettere in pratica tutto ciò che imparano durante le lezioni e fanno in modo che il mondo imprenditoriale e quello della cultura e dell’arte si incontrino per concepire degli ambienti di transito come un luogo dove arte e architettura si coniugano.
“Le stazioni napoletane hanno accolto più di 180 opere di 90 tra i protagonisti dell’arte contemporanea mondiale – ha commentato Giovanna Cassese, direttore dell’Accademia – dipinti, sculture, mosaici, ceramiche, fotografie ed installazioni direttamente commissionate ad artisti del calibro di Mimmo Paladinio e Mario Merz. Grazie al nostro intervento tecnico sono state restaurate alcune opere nella stazione di Dante, in quella di Quattro Giornate e si è chiuso il cantiere della stazione di Materdei, dove è situata una delle opere più complesse.
I docenti e i ragazzi dell’Accademia non solo si dedicano alla manutenzione e al restauro dell’opera – ha spiegato Giovanna Cassese – ma hanno anche il compito di dover studiare e analizzare i materiali più diversi fra loro, poiché noi siamo convinti che alla base della salvaguardia di ogni opera sia necessaria la conoscenza per poter capire, di volta in volta, quali siano le soluzioni conservative più adeguate”.
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