Carriera alias, parte la crociata di Pro Vita & Famiglia: “Le scuole non possono modificare i nomi degli studenti. Pronte 150 diffide”

L’associazione che difende il diritto alla vita e a alla famiglia “naturale” ha intimato agli istituti scolastici di sospendere i riconoscimenti diversi dal nome di elezione dei ragazzi. “Molte scuole hanno già fatto dietrofront”. Chiesto anche un intervento al ministro Valditara.

Centocinquanta diffide nei confronti di altrettante scuole: è partita la crociata dell’associazione Pro Vita & Famiglia contro la “carriera alias” adottata da diversi istituti in Italia e che garantisce ad alunni transgender di cambiare il loro nome di “elezione”. Una battaglia che, per il portavoce dell’associazione Jacopo Coghe, è l’espressione della “più vasta campagna legale contro l’ideologia gender in Italia” chiedendo un intervento diretto del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.

Lo spauracchio di “falsità ideologica in atti pubblici”

“Nelle diffide sono esposte le ragioni per cui assegnare un nome diverso a uno studente in base a una mera auto-percezione di genere, per di più priva di una diagnosi di disforia di genere, non solo è una procedura dannosa per la sua sana maturazione psico-fisica, ma è soprattutto in aperto contrasto con le normative vigenti in campo amministrativo, civile e potenzialmente anche penale – sostiene Coghe – La Carriera Alias, infatti, è un atto viziato da incompetenza in quanto l’amministrazione scolastica non ha alcun potere di modificare il nome anagrafico e l’identità legale di un individuo, e può comportare o incitare alla violazione dell’art. 479 del Codice Penale, che prevede il reato di ‘Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici’. I primi risultati sono incoraggianti: a pochi giorni dall’invio delle prime diffide abbiamo già ricevuto risposte positive da parte di scuole che hanno immediatamente annullato la Carriera Alias o fissato Consigli d’Istituto per provvedere quanto prima”.

C’è anche una petizione di oltre 65mila firme

Per Coghe “è sempre più urgente un intervento risolutore del Ministero dell’Istruzione per mettere fine una volta per tutte al proliferare incontrollato di questo ideologico abuso giuridico” e ricorda che questa è solo una delle tante iniziative della nostra vasta campagna – anche con affissioni in tutta Italia, una petizione popolare di oltre 65.000 firme e un sondaggio nazionale – che vuole contrastare una procedura illegale e pericolosa e far aprire gli occhi a dirigenti scolastici e docenti. Dire no alla ‘Carriera Alias’ è un atto coraggioso e di civiltà da parte delle scuole, perché significa proteggere gli studenti, soprattutto se minorenni, dai rischi che corrono nel consolidare una auto-percezione soggettiva spesso temporanea, che può portare ad assumere farmaci ormonali – conclude – per il blocco dello sviluppo sessuale o addirittura operazioni chirurgiche anche irreversibili non prive di gravi problematiche per la salute psicofisica dei giovani”.

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