Prof rifiuta il tema di uno studente trans: “Per me sei una donna e non un uomo”

Bufera su un docente del liceo “Cavour” di Roma che si è rifiutato di riconoscere la carriera “alias” ad un suo alunno non applicando il regolamento scolastico approvato lo scorso anno dall’istituto. Proteste di studenti e genitori.

Ha rifiutato il tema di un alunno trans che lo aveva firmato con il suo nome da “ragazzo”: è bufera su un docente del liceo “Cavour” di Roma che avrebbe rifiutato di applicare la carriera “alias”, ovvero la possibilità per gli alunni di avere un’identità differente rispetto a quella anagrafica, come previsto dall’articolo 4 del regolamento d’istituto approvato lo scorso anno.

Rifiuto della carriera “alias”

“Davanti a me ho una donna, non posso riferirmi a te diversamente. Non mi interessa quello che dice il regolamento. Per me tu sei una ragazza” è quanto avrebbe detto il professore subito dopo la consegna di un compito in classe che il docente avrebbe corretto cancellando il nome dello studente.

Insorgono studenti e genitori

L’episodio risale a martedì 8 scorso ma la notizia ha cominciato ad essere diffusa nei canali social degli studenti solo ieri. Il rifiuto del docente di accettare lo studente con il suo nome maschile ha sollevato le proteste dei liceali che parlano di “transfobia”. “La scuola dovrebbe rendere gli studenti e le studentesse cittadini del domani, insegnare rispetto, educazione e inclusione – hanno spiegato in una nota diffusa alla stampa studenti e rappresentanti dei genitori del Consiglio di istituto -. Il ruolo dell’insegnante è quello di fare un passo in avanti verso chi ne ha bisogno, non due indietro, assumendo comportamenti discriminatori e sessisti. Questi problemi sono sistemici, si ripetono ogni giorno all’interno delle scuole”.

Nelle scorse settimane, sempre a Roma, erano stati diversi i casi che hanno riguardo commenti sessisti. L’ultimo, in ordine di tempo, è quanto accaduto al liceo Plinio Seniore dove un docente aveva rimproverato una ragazza che indossava un top con la frase “o ti copri o ti denudi”.

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