Carla Signoris: “In questo momento di incertezza la capacità di adattamento è una forma di intelligenza molto alta”

Intervista esclusiva di Corriereuniv.it a Carla Signoris, attrice, comica e conduttrice televisiva italiana. Moglie di Maurizio Crozza.

Corriereuniv.it in occasione del lancio delle guide digitali di orientamento, studiate per gli studenti in tempo di Covid ha intervistato Carla Signoris: “…Avevo terminato il liceo scientifico a Genova volevo fare la scenografa. Pensai cosa potessi fare e pensai: “Devo andare al Teatro più importante …Si proprio così devo andare alla Scala di Milano, e decisi di dirigermi lì, per conoscere lo scenografo dell’Opera…”

Carla quello è stato il primo treno professionale della sua carriera? E perché la sua prima passione è stata la scenografia?

Esattamente la mia convinzione dopo il liceo era quella di diventare scenografa, perché ero andata in teatro e avevo visto uno spettacolo e mi ero innamorata di queste scenografie, era uno spettacolo di Carmelo Bene, quindi volevo andare con lui in giro a fare gli spettacoli, e mi sono informata su cosa fare, non sapevo l’iter da seguire. Decisi di andare alla Scala di Milano con tutta l’incoscienza che solo da giovani si ha, stavano preparando la Don Carlos, queste scenografie imponenti, il capo delle scenografie mi chiese con chi ha lavorato ed io :” Con nessuno ho appena terminato il Liceo” e lui mi disse:” Ninì forse è meglio che fai architettura, una scuola” e mi sono iscritta all’Università, ma volevo capire cosa fosse il teatro, quindi frequentai un corso di teatro a Genova,  l’ultimo giorno della scuola dopo l’ultimo provino, dopo averli visti tutti chiesero se ci fosse ancora qualcuno e allora mi buttai…feci il provino, senza avere nulla di pronto, era tutto lontanissimo da me ma mi presero e mi sono ritrovata a fare la scuola di recitazione dello stabile di Genova una delle più dure. Architettura l‘ho mollata come Lettere e ISEF non ne ho finita neanche una di Facoltà.

È vero che ha conosciuto suo marito sui banchi di scuola?

Si eravamo al Liceo insieme, una lunga storia….

Fare l’attrice di teatro è il mestiere più bello del mondo lo consiglierebbe ad un giovane?

Io ho un figlio che sta facendo Filosofia, ma accidenti lo hanno preso al Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma, io non sono contenta, o meglio, lui deve fare quello che vuole, qualsiasi cosa basta che abbia una spinta iniziale, Giovanni ha deciso di fare questo nella vita, io non posso dire di non farlo, è il lavoro più bello del mondo ma è anche il più doloroso.

Che consigli gli ha dato?

Gli ho detto di finire l’Università serve un piano B, ripeto è un lavoro doloroso, durante il Covid siamo stati i primi a fermarci e gli ultimi a ricominciare, gli attori, e non solo, i tecnici, i fonici etc sono precari non sei in vacanza quando smetti di lavorare, ma disoccupato.

Quando ha capito che per lei fare l’attrice sarebbe stata la sua vita?

Ancora non ho capito cosa voglio fare da grande, non puoi mai dire sono arrivato, nessuno arriva mai. La mia vita è stata tanto studio, tanto lavoro.

Lei pensa che anche oggi la gavetta è importante o ci sono dei passaggi più immediati come le scuole di teatro e i talent?

La gavetta conta sempre, se non sei preparato anche emotivamente ad affrontarlo non vai avanti, rischi solo di affondare.

Cosa la colpisce in un giovane attore e le fa capire che ha la “stoffa”?

Lo senti dalle emozioni che ti comunica, è molto basato sulla percezione soggettiva, è un lavoro a due tra l’attore e il pubblico, il talento lo riconosci, per esempio io ho riconosciuto quello di mio marito, aveva solo 15 anni gliel’ho detto io che doveva fare l’attore, e l’ho capito dal suo talento, emanava una capacità comunicativa che non vedevo in nessuno.

Nella professione dell’attore molto importante è il talento ma quanto conta anche la componente emotiva?

Conta tantissimo, ma anche il carattere, questo mestiere è un continuo provino, tutti i giorni devi dare delle conferme, anche se sei un attore al top, basta una scelta sbagliata e va tutto in fumo. Conta sempre l’ultima cosa che fai. 

La fortuna è un talento?

Conta tanto la fortuna, non credo nella sfortuna quella la creiamo noi, ma in questo lavoro conta molto soprattutto la fortuna degli incontri, il talento è anche riconoscere le persone che ti possono aiutare nella tua crescita, nella tua strada, e soprattutto tenere lontane quelle che ti buttano giù.

Qual è il sacrifico più grande che ha dovuto affrontare in questo mestiere?

Mio padre morì alle 3 di notte e io andai in scena con uno spettacolo, anche comico, ma è stata la mia salvezza, anche Eduardo De Filippo quando perse il figlio e la sera fece uno spettacolo, è così per gli attori “The show must go on”.

Lei è una comica eccellente l’ironia ha sempre fatto parte della sua professione che valore aggiunto ha rappresentato per lei?

Diciamo che è un po’ quello che è capitato, io ho questa particolarità, ma un attore non è solo comico o drammatico, il comico è molto più difficile da interpretare. Un attore comunque è un attore, poi ci sono delle sensibilità e dei tempi diversi per tutti noi che facciamo questo mestiere che ti portano in una direzione tutta tua.

Ad un certo punto della sua vita arriva anche la scrittura, in cosa sono diverse queste due professioni?

La scrittura la fai da casa in pigiama senza stress, fantastico, la fai quando vuoi anche alle 4 di mattina scegli tu il tuo momento, ma è faticosa come lavorare in miniera, a me viene facile scrivere ma a volte la pagina è vuota e rimane vuota a lungo …è un incubo.

Lei da “grande” si vede più attrice o scrittrice?

In questo momento come cuoca … in quarantena ho solo cucinato, di tutto e di più… A parte gli scherzi “da grande” voglio fare l’attrice mi piace, sono fortunata ad esserci riuscita, sono una mamma e quindi ho molto selezionato il mio lavoro per crescere i miei figli, ora sono anche più libera.

Ci sveli il progetto che vuole o che sta per realizzare?

Ci sono dei film rimasti in sospeso, e un nuovo libro, ma ora sono molto pigra…post Covid lo sono ancora di più.

 Il prezzo del successo è molto alto in genere, a cosa devono essere preparati i ragazzi che oggi vogliono fare gli attori?

Non devono cercare il successo quello arriva in conseguenza al lavoro, all’impegno e non è detto che arrivi poi, il successo è fare quello che ti piace a prescindere dalla riconoscibilità. Per l’attore è sicuramente una componete importante per poter scegliere quello che vuoi fare. È sempre l’impegno poi che porta il successo.

Per concludere ci può dare la ricetta giusta per diventare un attore, ci indichi gli ingredienti?

Una buona scuola di teatro, sicuramente, imparare a stare su un palco, non mettersi seduto ad aspettare la telefonata e poi studiare, studiare e studiare sempre … L’università è la formazione obbligatoria per me oggi, un giovane ha bisogno e deve fare l’Università, a prescindere da quello che vuole fare, deve puntare sulla formazione intellettuale, per essere libero di scegliere, usare la testa, farla lavorare. Anche in questo momento di incertezza la capacità di adattamento è una forma di intelligenza molto alta. Questa rivoluzione che c’è e ci sarà ancora, deve essere la spinta per dei cambiamenti, le rivoluzioni vanno plasmate a nostro vantaggio, per crescere e per cambiare tutto quello che non andava. Le carte sono state rimescolate…

Francesca Beolchi

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