Blocco scrutini, tensione coi presidi: "Sospesi permessi per ferie"

Blocco scrutini, è caos. Non si ferma la polemica intorno alla Buona Scuola, la riforma del sistema scolastico voluta dal ministro Giannini e dal premier Matteo Renzi. Con la fine dell’anno accademico, infatti, si avvicinano gli scrutini. Ma la minaccia degli insegnanti, mai compatti come in questo caso, è forte. Tanto da far paura ai presidi, che cercano di rispondere per le rime.

“Gli scrutini sono convocati in via straordinaria sabato sera alle ore 23. O anche domenica alle ore 11”. Scrivono, ironicamente i presidi. O, ancora: “Si invita il personale a dare comunicazione volontaria dell’eventuale adesione allo sciopero”. E “per tutto il periodo non saranno autorizzati permessi per motivi personali né giornate di ferie”.

E’ una battaglia, quella sulla scuola, che vive anche sulle circolari: tutto per scongiurare il blocco degli scrutini. L’assenza anche di un solo insegnante, infatti, farebbe decadere l’intero collegio docenti.

Flc Cgil, Cisl, Uil, Snals Confsal, Gilda, intanto, assicurano che per i primi due giorni lo sciopero sarà solo di un’ora. Quello di Cobas e Unicobas durerà invece due giorni. Sono esclude dalla protesta le classi terze medie e quinto superiore: ci sono gli esami.

Il Garante, da parte sua, ha spiegato che lo sciopero dovrà durare “solo 2 giorni programmati”. Fioccano, comunque, le circolari. «Per tutto il periodo in questione non saranno autorizzati permessi per motivi personali, né giornate di ferie» (Iss Cremona, Milano); «Si prega di inserire nella colonna “assenza altri motivi” la presenza o meno dell’interessato nel giorno di sciopero» (Istituto Borsi, Castagneto Carducci, Livorno); «Si prega il personale di comunicare l’eventuale adesione entro le ore 10.00 del 11/06/2015» (Istituto Comprensivo, Fagnano Castello, Cosenza). Mentre oggi va in scena la fiaccolata per la scuola, in molte città italiane, animata da prof bidelli e studenti per la “Cultura in piazza”.

Al Senato procede il testo della riforma. Renzi apre alle modifiche, ma precisa che entro il 10 giugno si passerà al voto definitivo. Ce la farà, la riforma, a diventare legge?

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