Bianchi: “Entro il 2031 la scuola italiana perderà 1 milione e 400mila bambini”

Secondo l’Istat il picco più basso di natalità è stato toccato nel 1995. Ma il Covid ha peggiorato la situazione degli ultimi anni: tra licenziamenti e precariato dei giovani.

Intervenuto all’Assemblea Generale dell’Onu il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, rivela preoccupazione per il futuro della Scuola. Nel passaggio chiave del suo intervento il numero uno di Viale Trastevere afferma: “Entro il 2031 la scuola italiana perderà un milione e 400mila bambini”. In Italia, come in gran parte d’Europa fare figli è sempre più difficile per motivi economici. Nel nostro Paese in particolare i giovani spesso sono impossibilitati a formare una fmaiglia perché soffocati da stipendi bassi, precariato decennale e scari aiuti da parte dello Stato. Solo nell’ultimo anno si sta facendo qualcosa per la prima casa, mentre la situazione dei contratti di lavoro e degli stipendi è ancora in alto mare.

Il Pnrr per l’infanzia

“Noi – ha spiegato Bianchi – abbiamo messo 4,9 miliardi su asili nido e scuole dell’infanzia. Questo è un passaggio storico per il nostro Paese. I nidi sono fondamentali, noi siamo un Paese che ha un problema micidiale. Dal 2020-21 al 2022-23 abbiamo perso quasi 300 mila bambini nelle nostre scuole. Dal 2021 al 2031 perderemo un milione e 400 mila bambini nelle nostre scuole”. Il Ministro ha poi ricordato che “una società più giusta, che metta al centro della sua azione il contrasto alle attuali disuguaglianze globali, alle crescenti discriminazioni di genere, al cambiamento climatico, si costruisce grazie a cittadine e cittadini consapevoli dei propri diritti – ha sottolineato –. È l’istruzione la strada per trasformare ragazze e ragazzi in agenti del cambiamento necessario. Soltanto un cambiamento reale e globale dei sistemi educativi, che permetta a tutte le bambine e a tutti i bambini l’accesso al diritto all’istruzione, può guidarci ad affrontare le sfide del clima e della crescita sostenibile”

I dati

In realtà non abbiamo raggiunto il picco più basso delle natalità. Nel 1995 è stato toccato il picco più basso con 1,19 figli per donna, oggi siamo a 1,24. Secondo l’Istat la grande stagnazione delle natalità è iniziata negli anni ’70 per poi stabilizzarsi durante i ’90. Ma la pandemia ha accentuato il calo dei nati: nel 2020 i nati sono 404.892 (-15 mila sul 2019). Il calo (-2,5% nei primi 10 mesi dell’anno) si è accentuato a novembre (-8,3% rispetto allo stesso mese del 2019) e dicembre (-10,7%), mesi in cui si cominciano a contare le nascite concepite all’inizio dell’ondata epidemica. Secondo i dati provvisori di gennaiosettembre le minori nascite sono già 12 mila 500, quasi il doppio di quanto osservato nello stesso periodo del 2020. I motivi sono sempre di natura principalmente economica dei giovani che non hanno la stess forza reddituale dei loro genitori per sostenere uno sforzo economico di tale portata.

Leggi anche:

Total
9
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Russia, lezioni di patriottismo a scuola. Dalla “liberazione dell’Ucraina” al perché i vicini possono diventare nemici

Next Article

Ucraina, premiato con 100mila dollari lo studente che ha creato un drone rileva mine

Related Posts