Il sistema accademico italiano è scarsamente competitivo rispetto a quelli degli altri paesi europei. È quanto denuncia la Conferenza Nazionale degli Assessori alla Cultura e al Turismo riunita in questi giorni a Torino. Oggi in Italia, hanno sottolineato i promotori dell’incontro, l’età media dei professori assunti a tempo indeterminato è quasi di 50 anni (49,7).
E se in Italia, i professori con più di 50 anni sono ben 55% (1 su 2), in Spagna lo sono solo, si fa per dire, il 28%, mentre in Francia questa quota tocca il 30%. Ma la vera la notizia, ricordano gli organizzatori, è che anche l’università non attrae più: negli ultimi due anni i nuovi iscritti sono scesi del 4,4%, mentre nello stesso arco di tempo il numero di studenti promossi alla maturità è cresciuto.
Le immatricolazioni del 2009 toccano quota 312.104, record negativo da sette anni a questa parte. Le regioni italiane dove si registra il decremento più consistente sono quelle meridionali: 6,6% in meno nell’ultimo anno. Nell’anno accademico 2008/2009, rapportando gli immatricolati con i diplomati dell’anno precedente, solo due studenti su tre (67%) hanno scelto di proseguire gli studi dopo la scuola mentre nel 2007 erano ben il 75%.
Sempre più giovani, quindi, preferiscono fermarsi dopo il diploma della scuola secondaria e cercare un lavoro. Erano 100.000 nel 2004/2005, mentre nel 2008 sono saliti a 150.000 (+50%).
Manuel Massimo