Anche la scuola nel mirino degli hacker: l’anno scorso 8 istituti su 10 hanno subito un attacco informatico

Secondo una ricerca dell’agenzia di sicurezza informatica Sophos, il 79% degli istituti superiori e l’80% degli istituti inferiori in Europa, Asia e America è stato colpito almeno da un ransomware. E in molti hanno preferito pagare un riscatto per ripristinare le funzionalità del proprio database.

Otto scuole su dieci hanno subito un attacco informatico nel 2022: è quanto emerge da una ricerca effettuata dell’agenzia di sicurezza informatica Sophos secondo cui il 79% degli istituti superiori e l’80% degli istituti inferiori intervistati in Europa, Asia e America, è stato colpito almeno da un ransomware nel 2022, un incremento rispetto a, rispettivamente, il 64% e il 56% del 2021.

Il settore ha registrato una delle percentuali di pagamento dei riscatti più alte, con oltre la metà (56%) degli istituti superiori e quasi la metà (47%) degli istituti inferiori che ha pagato le somme richieste dai cybercriminali. Pagare il riscatto ha tuttavia avuto l’effetto di incrementare significativamente i costi di ripristino per tutti i soggetti coinvolti.

I danni per le scuole di istruzione superiore che hanno accettato l’estorsione sono stati pari a 1,31 milioni di dollari (esclusi i riscatti pagati) rispetto ai 980.000 dollari sostenuti da chi ha utilizzato i backup dei dati. Nel campo dell’istruzione inferiore il costo medio di ripristino è stato di 2,18 milioni di dollari per chi ha pagato il riscatto contro 1,37 milioni di dollari di chi non lo ha fatto. Peraltro, versare il riscatto ha anche allungato i tempi di ripristino: nel caso degli istituti di istruzione superiore, il 79% di chi è ricorso ai backup è tornato operativo entro un mese, una tempistica nella quale è riuscito a rientrare solo il 63% di chi ha pagato un riscatto.

“Anche se le scuole dispongono nella maggior parte dei casi di fondi limitati, rappresentano tuttavia bersagli altamente visibili con un impatto che ricade immediatamente sulle comunità nelle quali operano – ha spiegato Chester Wisniewski di Sophos – La pressione per restare aperte e rispondere alle richieste dei genitori di ‘fare qualcosa’ porta a voler risolvere il prima possibile il problema, senza badare ai costi. Purtroppo, i dati reali mostrano che versare i riscatti richiesti non risolve questi attacchi più
rapidamente, ma probabilmente è piuttosto un fattore usato dai criminali nella selezione delle loro vittime”.

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