Grosse novità nel campo della ricerca contro l’Alzheimer.
Uno studio che sta per iniziare potrebbe confermare l’ipotesi di alcuni ricercatori secondo la quale somministrando farmaci specifici a chi è un soggetto potenzialmente a rischio, è possibile prevenire la malattia per tempo.
Lo studio sarà condotto su una comunità colombiana di 300 persone tra le quali il gene contenente la mutazione è molto diffuso. Esso consisterà in un trial clinico che verificherà se, somministrando un tipo di farmaco particolare a questi potenziali ammalati del morbo, è possibile bloccarne la malattia. Cosa al momento impossibile alla scienza.
Oggi l’Alzheimer colpisce 36milioni di persone e, dal momento che aumenta l’aspettativa di vita, si stima che entro il 2050 i malati di demenza senile raddoppieranno. Per loro ad oggi, la ricerca può fare davvero poco.
Intanto perché sperimentare delle terapie significa sottoporre a tali tecniche persone normali e dunque in bassissime percentuali esposte al rischio vero della malattia. In secondo luogo perché somministrare certi farmacia può comportare effetti collaterali davvero devastanti.
Contemporaneamente al primo studio però, nel 2013 ne partirà un secondo. Questa volta su una comunità americana di 230 persone dove una mutazione genetica causa Alzheimer. Questo secondo studio verficherà se dare anticorpi contro la proteina beta-amiloide (la principale indiziata dei danni al cervello) possa rallentare gli effetti degenerativi della malattia.
Infine, un ultimo studio sarà condotto su 1500 anziani per i quali, scansioni celebrali, indicano un profilo a rischio.
I tre studi dureranno almeno dieci anni e secondo i ricercatori questa volta, contrariamente al passato, si è imboccata la strada giusta, quella che potrebbe protrae alla vittoria di una prima battaglia nella guerra ad un morbo che causa la devastazione del cervello
Mo D’A