Secondo un nuovo rapporto lanciato oggi dalla Education Commission e dall’Unicef in vista della Giornata mondiale delle competenze giovanili (in programma per venerdì 15 luglio) quasi tre quarti dei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni in 92 Paesi con dati disponibili non riescono ad acquisire le competenze necessarie per lavorare.
Il Rapporto “Recovering learning: Are children and youth on track in skills development?” presenta un’analisi sullo sviluppo delle competenze nella prima infanzia, tra i bambini in età di scuola primaria e tra i giovani. I dati evidenziano bassi livelli di competenze tra i bambini e i giovani di tutte le fasce d’età,
con i giovani dei Paesi a basso reddito che hanno meno probabilità di avere le competenze necessarie per esprimere le proprie potenzialità, in particolare per quanto riguarda le future opportunità di lavoro, il lavoro dignitoso e l’imprenditorialità.
“Una generazione di bambini e giovani ispirata e qualificata è fondamentale per la prosperità, il progresso e il successo delle società e delle economie. Tuttavia, per la maggior parte dei bambini e dei giovani di tutto il mondo i sistemi formativi hanno fallito, lasciandoli privi di istruzione, di ispirazione e di
competenze – la tempesta perfetta per l’improduttività – ha dichiarato il direttore dell’Unicef per ‘Istruzione Robert Jenkins – Per affrontare questa crisi è urgente investire in soluzioni efficaci e comprovate per accelerare l’apprendimento e lo sviluppo delle competenze per la generazione di oggi e per quelle future”.
Secondo il Rapporto, con alti tassi di giovani fuori dalla scuola e un basso livello di competenze di secondo livello, i Paesi di tutto il mondo stanno affrontando una crisi di competenze, con la maggior parte dei giovani impreparati a partecipare alla forza lavoro di oggi. Le profonde disparità tra i Paesi e tra le comunità più povere stanno aumentando le disuguaglianze. In almeno un Paese su tre a basso reddito con dati disponibili, oltre l’85% dei giovani è fuori strada per quanto riguarda il conseguimento di competenze di livello secondario, digitali e specifiche per il lavoro, si legge nel Rapporto.
LEGGI ANCHE: