Accademia di Belle Arti, il docente: “importante riflettere sulle motivazioni, costruirsi un portfolio, anche amatoriale che mostri potenzialità, attitudini e convinzioni”

Corriereuniv.it in occasione del lancio delle guide digitali di orientamento, studiate per gli studenti in tempo di Covid ha intervistato il prof Luca Valerio.

Responsabile della Scuola di Nuove Tecnologie per l’Arte, Aba- Accademia delle Belle Arti di Roma

Secondo lei quali sono le conoscenze e capacità di entrata necessarie per lo studio in Accademia?

In un primo momento gli studenti e le studentesse che provengono da una formazione artistica potrebbero essere favoriti, ma in realtà il percorso che si inizia in Accademia è nettamente diverso dalla scuola secondaria di II grado, a prescindere dall’indirizzo scelto. Dopo un primo periodo di di-orientamento gli studenti che non provengono da indirizzi artistici sono quelli che ci danno maggiori soddisfazioni perché hanno un forte motivazione. In Accademia si tende a “smontare” le impostazioni precedenti. Nelle prove di ammissione, la principale preoccupazione dei docenti lo svolgimento precedente di studi artistici. Un parametro che valutiamo oltre alla conoscenza, è proprio la motivazione che spinge un/una discente ad iscriversi ad un corso in Accademia. Valutiamo le potenzialità, la cura e la creatività nella presentazione del portfolio, analizziamo un eventuale percorso da autodidatta che riveli attitudini, determinazione e passione. L’Accademia non è una Scuola Tecnica, l’approccio teorico è importante quanto quello laboratoriale e sperimentale. L’Accademia ti dona una metodologia che rende autonomo nella propria creatività e professionalità. Caratteristica fondamentale, in particolare nella nostra società in cui i lavori e le professioni in senso stretto, cambiano molto velocemente. 

Quali consigli si sente di dare a chi vuole intraprendere questo percorso e pertanto affrontare la prova di ammissione per un determinato corso?

Come accennavo prima, è importante riflettere sulle proprie motivazioni, costruirsi un portfolio, anche amatoriale che mostri potenzialità, attitudini e convinzioni. Ultimamente, infatti, durante la prova di ammissione siamo molto concentrati sulla fase del colloquio. Noi, per esempio a Roma, non abbiamo una politica di numero chiuso. La selezione che facciamo è per capire se lo studente sia giusto per il corso al quale si candida. Il nostro intento è quello di evitare che un giovane si immatricoli e, dopo uno, due anni, si renda conto che non sta seguendo un corso affine ai suoi interessi e attitudini. In questi ultimi anni abbiamo accolto molte richieste da parte di studenti e studentesse, costruendo un’offerta formativa mirata e variegata.

 Di che cosa si occupa la Scuola di Nuove Tecnologie per l’Arte di cui lei è responsabile?

È unascuola relativamente nuova, in notevole crescita. Comprende tre corsi triennali: Arti Multimediali e Tecnologiche; Teorie e tecniche dell’audiovisivo, Fotografia e video. Ora stiamo lavorando per biennio così da costruire un percorso completo. 

Ci può descrivere alcune figure o ambiti professionali legati a questi studi?

Per quanto riguarda la fotografia, gli studenti già al terzo anno, cominciano a lavorare negli studi fotografici, nell’ambito dello still life, della moda e in altri settori. Allo stesso modo per i video, in cui i giovani si sperimentano anche in forma autonoma con video clip musicali, video per aziende, nella ricerca di documentazione di video per galleristi, mostre, eventi locali, attività commerciali. La domanda di materiale di qualità per esempio, per la promozione di un’attività commerciale è sempre più richiesta. Altro settore legato all’audiovisivo è il montaggio. Ovviamente dipende dall’indirizzo del corso scelto. Per il settore del multimediale, solo per citare alcune professionalità: computer-art, regia, video-maker, effetti visivi cinematografici, grafica pubblicitaria, editoria multimediale, modellatore e animatore 3D.

Ci può spiegare in breve come scelse il suo percorso professionale?

Ho studiato in Accademia, ma prima mi sono laureato in Economia e Commercio. Un percorso che non rinnego e che probabilmente ha contribuito a formarmi. La mia passione è stata sempre l’arte, ma in prima battuta optai per un percorso che mi sembrava più produttivo, non considerando con attenzione ciò che l’Accademia poteva offrirmi. Una volta in Accademia, scelsi il percorso in decorazione (all’epoca l’offerta formativa era meno estesa), con la “fame” di sapere, di saper fare, un’autentica motivazione. Poi iniziai a  lavorare come artista e, successivamente, mi avvicinai alle Nuove Tecnologie. 

Una parola di augurio alle future matricole?

Provare a capire realmente ciò che interessa. La motivazione è la molla più importante. Molto della preparazione di una persona dipende dall’attitudine dello studente; non si tratta solo di fare esami, ma di “spremere” al massimo le opportunità del percorso, personalizzandolo. Il successo viene proprio da questo, dalla voglia di capire, di rubare con gli occhi, con le mani, ai docenti, ai colleghi. La curiosità è il motore della creatività e della formazione. Il docente ha il compito di rendere autonomo lo studente nell’espressione della propria creatività. Non c’è un metodo giusto per tutti. Auguro a ogni creativo di trovare il proprio. 

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Test di Medicina: "Non impossibile". Alla Sapienza successo per le norme anti-covid

Next Article

Ingegneria Elettronica - “non mi dovevo spaventare della grande mole di teoria che si fa i primi anni” il racconto della studentessa

Related Posts