Test di Medicina: "Non impossibile". Alla Sapienza successo per le norme anti-covid

Alle 8:00 erano già tutti in fila davanti l’ingresso dell’Università Sapienza, in mano, spesso, astucci di plastica con dentro i documenti, mascherina di ordinanza a coprire bocca e naso, l’aria di chi non sa bene come finirà. Sono alcuni dei 4 mila studenti che questa mattina hanno affrontato il test di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria 2020. Tolkien, Asimov e la Costituzione, alcune degli argomenti affrontati. Il convitato di pietra è stato, però, il Covid-19 che, oltre trasformare il test d’ingresso più famoso d’Italia, si è ritrovato protagonista di una domanda sul virus Sars del 2002. Non solo studenti usciti dalle superiori, anche tanti “ripetenti” del test o chi ci prova in tarda età. Il signor Claudio, 62 anni, in pensione, lo fa “per provare com’è”. Ma sorride guardando due giovani studentesse: “Tranquille, se passo rinuncio!”. Sono state 60 le domande a cui i 66.638 aspiranti al camice bianco hanno dovuto rispondere in 100 minuti (solo uno su cinque ce la farà).

Per le materie scientifiche 18 erano i quesiti di biologia:“Non impossibili. Le risposte erano molto simili tra loro ed era facile sbagliare”, hanno commentato alcuni ragazzi usciti alle 14 dalla Sapienza. Dodici di chimica (una reazione da bilanciamento, definizione di nefrone, fotosintesi), otto di fisica(una sul Periodo T di una molla) e di matematica; con un quesito di trigonometria chiedeva di calcolare la lunghezza della base, dati la mediana di un triangolo isoscele e la tangente di un angolo al vertice.

La domanda più difficile di logica è stata: “Se a Londra sono le 19 del 5 Settembre, in quale città sarà già il 6 Settembre?”. Compresa tra dieci.  Dodici, invece, le domande di cultura generale, una sul potere legislativo; una che chiedeva di mettere in ordine cronologico i presidenti della Repubblica da Cossiga a Mattarella; di “trovare l’intruso” tra diversi scritti di Freud; di indicare dove si trova il sole allo Zenit; una su Tolkien e sullo scrittore russo Isaac Asimov. “Livello medio-alto” è la risposta di molti studenti usciti dall’ateneo romano.

Il test è iniziato alle 12:00. Le code degli ingressi, però,  sono iniziate fin dalle 8:30 del mattino. Ognuno aveva la sua lettera. I partecipanti sono stati divisi per le aule predisposte e preventivamente sanificate, gli ingessi scaglionati cinque per volta da solerti controllori. Sui social è stato il ministro Roberto Speranza a lanciare il primo augurio ai ragazzi e alle ragazze: “Siete il futuro del nostro bene più prezioso, il Servizio Sanitario Nazionale”, ha scritto. Quest’anno i posti disponibili sono circa 1.500 in più del 2019. Resta, certo, il numero chiuso contro cui anche oggi hanno manifestato le associazioni studentesche Unione degli Universitari e la Federazione Giovani Comunisti, che hanno svolto un flash-mob davanti all’Università. Non pochi gli studenti iscritti alla Sapienza che hanno fatto il test vicino la propria residenza: “Circa 1800, tra Cassino, Latina e Rieti”, conferma il rettore.

“Il numero chiuso alla facoltà di medicina è una condizione per far studiare bene coloro che saranno i futuri medici, per permettere loro di avere una buona preparazione, poter frequentare laboratori e aule”, ha detto Eugenio Gaudio, rettore della Sapienza. “Quest’anno è aumentato il numero dei posti a Medicina, da 10mila si è passati in sostanza a oltre 13mila. E’ un numero considerato dalla Federazione degli Ordini dei medici un numero addirittura eccessivo”, ha proseguito. Il numero chiuso a Medicina – ha concluso – non è il vero problema, la questione sono i posti per le specializzazioni. Si devono aumentare le borse”.

I punteggi potranno essere visionati a partire dal 17 settembre sul sito www.universitaly.it, nell’area riservata agli studenti, mentre il 29 settembre verrà pubblicata la graduatoria nazionale di merito. Le risposte saranno valutate 1,5 punti per ogni risposta esatta, meno 0,4 punti per ogni risposta sbagliata, 0 punti per ogni risposta non data.

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